LO SCAMPIRRO

In un paesino, nel centro della Sicilia, quasi tutti gli abitanti erano poveri. Le loro case erano composte da uno o due "dammusi" (stanzette a pianterreno), ove coabitavano tutti e tutto: animali e persone. Nel periodo estivo, si aprivano le porte e tutti si riversavano in mezzo alla strada o nel "baglio" (cortile). Anche Comare Assunta e Mastro Bastiano, il "conza scarpe" (calzolaio), accaldati, giacevano davanti alla porta, sul loro giaciglio fatto di paglia e pidocchi. Un giorno furono improvvisamente svegliati dagli strilli di un venditore ambulante che vendeva porcellini e decisero di comprarne uno per mangiarlo a Natale. "Questo mi piace!" disse Bastiano e dopo un po di trattative, finalmente, l'affare fu concluso. Tre volte al dì portavano da mangiare al porcellino, per farlo ingrassare il più possibile. E continuarono così fino ai primi di Dicembre, quando, ormai, quel porcellino era diventato un maiale grande e grosso. I due, vedendo gli ottimi risultati ottenuti decisero, invece di mangiarlo, di venderlo alla fiera, per comprare cose più necessarie per loro e per la casa: "Bastiano, tanto, se ce lo mangiamo non ci resta che la mangiata!" disse risoluta Assunta. Così la mattina del 13 dicembre, per Santa Lucia, Bastiano con il suo maiale al guinzaglio si avviò, di buon'ora, verso la fiera di Canicattì, grosso paese vicino al suo. Era impossibile non notarlo, poiché veramente quel animale era il più grosso ed imponente maiale mai visto. Molti si fermavano sbalorditi ad ammirare quel fenomeno naturale, specialmente i macellai i quali dicevano che quel animale poteva saziare mezzo paese; ma Bastiano, pretendeva troppo per le loro tasche, tanto che i probabili acquirenti, dopo un primo sguardo di meraviglia, si allontanavano velocemente. Passò di li pure un monaco di cerca e vedendo quell'enorme bestia, si soffermò incantato davanti a quell'esemplare, vagheggiando le infinità di ricette che avrebbe preparato in convento con quel succulento animale e, con l'acquolina in bocca, come posseduto dal demonio, cominciò a tramare, non avendo la possibilità di comprarlo, il modo di fregare l'improvvisato mercante. Messosi d'accordo col giardiniere del convento, che abitava nelle vicinanze, Padre Cosimo, benedicendo, si avvicinò a Bastiano: "Sentite buonuomo, vedo che questo "SCAMPIRRO" è grande abbastanza per sfamare, nel giorno della Nascita di nostro Signore, tutti monaci del mio convento!? Quanti tarì chiedete ad un sant'uomo?....", "Come avete chiamato il mio porco?!" chiese frastornato Bastiano; "....Scampirro, perché? Voi piuttosto, come osate chiamare porco, questo scampirro? Volete per caso imbrogliare un povero monaco che vive di carità e di preghiera?!" Bastiano a quelle parole, urlò: "Uno scampirro? Che dite!? Siete un monaco cieco, non di cerca, non vedete questo è un porco! Il mio magnifico porco!", "Dunque perseverate?! Errare umanum est, sed perseverare diabolicum! Sapete.... - ammonì Padre Cosimo - ....imbrogliare è peccato grave al cospetto di Dio!" A Bastiano, quelle parole lo fecero imbestialire e, agitatissimo, urlò: "Allora mi provocate! Guardatelo bene! Questo qui è porco da mille generazioni! guardate, guardatelo bene!"; "Appunto perché l'ho guardato bene ripeto che non è un porco ma una scampirro. Si vede a un miglio!....Guardate, com'è squadrato...., i fianchi, le gambe, i piedi sono grossi e tozzi! E le orecchie? Non sono orecchie da porco queste! Sono piccole rispetto alla testa! E' uno scampirro di quanto è scomposto! Di lusso certo! Ma sempre uno scampirro è!" concluse il fratacchione. Bastiano guardò furioso, attonito e offeso il monaco e scuotendolo per un braccio disse: "Ma vi siete visto voi? Voi si che siete squadrato! Più squadrato del mio porco! Sembrate forse un frate, con la faccia tosta che tenete? Ve lo dico io chi siete voi, voi siete un maledetto scalcinato, ecco cosa siete! Ed io vi...." e fece per alzare il braccio, quando: "Basta!....- disse interrompendolo Padre Cosimo -....adesso pure offendete! Offendete un uomo di Dio, questa è bestemmia! La verità vi fa male! Poiché siete stato smascherato da un umile servo di Dio e di conseguenza calunniate, maledite, quasi maltrattate e quel che è più grave, non volete ammettere che il vostro presunto porco è un banale, semplice scampirro! Un comunissimo scampirro "giurgintano" (di Agrigento)!" Bastiano, arrabbiato ed avvilito si asciugava la saliva con la manica della camicia; Padre Cosimo, con tono persuasivo, lo prese sotto braccio ed aggiunse, dopo essersi complimentato per la sua testardaggine: "Sentite, buonuomo, a questo punto non possiamo più andare avanti, perché io voglio comprare il suo scampirro! Quindi, pensando ad un'equa soluzione, questa è la mia proposta: voi dite che l'animale qui presente è un porco, bene! Se è così io ve lo pago di faccia. Toh 1.000 tarì! Se invece risultasse essere uno scampirro voi me lo regalate! Non vi sembra una proposta leale?" "Ebbene ci sto!" affermò, ferito nell'orgoglio, l'allocco e già contava i suoi 1.000 tarì, uno per uno, sognando le belle cose che avrebbe comprato a sua moglie. "Compare, Compare mercante vi siete incantato?....- lo riportò alla realtà Padre Cosimo -....Procediamo, dunque,....- insistette il monaco - ....fermiamo un uomo a caso, il primo che passa, e gli chiediamo un parere su questo animale....Ecco!....- indicò il frate -....chiamiamo, quello che si sta avvicinando!"; guarda caso era il "compare" giardiniere già pronto ad intervenire ad un suo cenno; "Ehi! Galantuomo, avvicinatevi!" lo chiamò il fratacchione; il giardiniere rispose con sorpresa indifferenza: "Scusate, parlate con me, santo Padre?" "Si figliolo, desideriamo, io e questo signore mostrarvi un animale; anzi speriamo che voi siate esperto di animali di allevamento?!" "Eccome! Sono venuto alla fiera per comprare delle vacche di razza!" ribadì il falso intenditore. "Bene buonuomo....- disse Padre Cosimo ed indicando il porco -...., esprimete, dunque, un giudizio coscenzioso su questo animale". Lo "sconosciuto" iniziò a scrutare l'animale palmo a palmo, e dopo qualche minuto chiese a chi appartenesse la bestia; "E' mio questo campione da fiera!" rispose orgoglioso Bastiano, "E le do ragione....- concluse il falso esperto -....è veramente unico questo esemplare di scampirro!". A sentire ciò a Bastiano gli prese un tremolo per tutto il corpo e con sgomento urlò: "Ma non è possibile! Chiamate pure voi scampirro il mio porco? Altro che esperto! Siete pazzo da legare!? 5 mesi che allevo questo porco ed ora mi sento dire che ho allevato uno scampirro. Mi sembra pazzesco!!" E così il germe del dubbio si fece strada nella mente di Bastiano; il giardiniere sicuro di se continuò: "Caro amico capisco, che è grande la vostra delusione, ma io non ci guadagno niente a dirvi queste cose. Anzi, non pensavo proprio che lo riteneste un porco! Questo si che è impossibile" concluse il giardiniere allontanandosi. "Avete visto?! Non volevate capire che avevo ragione e credo che ancora non lo volete capire, specialmente adesso che avete perso la vostra scommessa" intervenne prontamente il frate. A Bastiano gli venne la bava alla bocca, talmente era sconcertato e soggiogato che non potè più nemmeno parlare; tutti i suoi sogni, in un istante, si erano mutati in tremendi incubi. "Date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che spetta a Cesare!...." sentenziò il monaco alzando un dito con aria quasi minacciosa; "....e adesso questo scampirro è mio, ho vinto la scommessa davanti a Dio e agli uomini!" e con uno strattone tolse la corda di mano al disperato Bastiano e si allontanò di corsa, nel ringraziare il Buon Dio di aver creato gli uomini come lui, ma soprattutto i fessi. Le lacrime, le maledizioni e le bestemmie, per la via del ritorno, non si potevano contare; ma strada facendo, Bastiano incontrò un suo paesano, Compare Onofrio, che gli disse: "Vedo che piangete di gioia! Vi ho visto contrattare con quel monaco, ve lo ha pagato bene? Che affare ha fatto! Era il più bel porco di tutta la fiera! Mi è sembrato, pure, che lo volesse comprare Giovanni: il giardiniere, ma poi mi son detto: ma come se lo può comprare, visto che non sa come è fatto un tarì? E' un "lagnuso" (scansa fatiche) nato; vive di scrocconeria e di chissà che cosa. Dicono che si "pasci" (pascola) in un convento di monaci di cerca. Io l'ho conosciuto a casa di parenti a Canicattì e mi voleva vendere uno "scecco " (asino) per mulo. E che sono fesso, io!?" "Ah! Ah! Ah!" scoppiò a ridere istericamente, Bastiano, avendo capito che era stato raggirato da due lestofanti e mordendosi la lingua corse verso casa dandosi manate in faccia. Lui, Bastiano Sarda, era stato truffato da un fottuto monaco e dal suo lurido compare. La delusione di avere perso il suo bel maiale si trasformò in ira furiosa ed in desiderio ardente di feroce vendetta. Era comunque certo di rintracciare, da qui a cent'anni, il suo maledetto monaco, perché grazie a Dio aveva ancora dei "santi in paradiso"; infatti l'occasione non tardò a presentarsi. Il gobbo del macello di Canicattì, che ogni venerdì veniva a vendere le frattaglie dell'ultima macellazione, gli aveva raccontato della meraviglia che aveva destato, prima di Natale, la "scannata" (macellazione) di un colossale porco; "Mai visto niente di simile in venti anni di lavoro al macello,.... - diceva -.... lo ha portato un certo Padre Cosimo, del convento di Canicattì, tanto devoto quanto spilorcio, pensa che si è preso persino l'ultima goccia di sangue per farsi una mangiata di "sangunazzu" (insaccato di sangue bollito)....!" Bastiano non lo fece finire di parlare che corse velocemente a casa e eccitatissimo gridò alla moglie: "La vendetta è vicina! Assù! Preparami il più bell'abito di mago guaritore ambulante che si sia mai visto!" "Come dite voi!" gli rispose, impaurita, Comare Assunta pensando fosse impazzito. Dunque si presentò così in groppa al suo asino la mattina del 29 dicembre, davanti al convento di frate Cosimo: indossava una veste di colore grigio perla, un mantello rosso fiamma e le scarpette dorate con la punta in su; in testa aveva un turbante, a tracollo una sacca cenciosa piena di cianfrusaglie e tenendo stretto sulla destra un maestoso bastone nodoso; in faccia si era appiccicato delle finte verruche pelose e si era lasciato crescere la barba. Era irriconoscibile! Se l'era proprio fatta la scorpacciata frate Cosimo e per questo che adesso Bastiano si trovava proprio sotto le mura del convento a "vanniare" (grido da venditore): "Son qui! Son qui, e miracoli faccio! Rientro "uallare" (ernie), sollevo "rognoni" (reni)!! Avete l'ombelico caduto? Avete lo "sturbo muto" (il nervoso)? Vi guarisco da fratture e fatture! Avete mangiato carne di gatto, di cane o di porco? Al vostro pertugio, se avete la "cacarella" (diarrea), io ci metto il tappo! Chiamatemi ora o mai più o voi sofferenti!" Prima che finisse di gridare dal grande portone del convento si sentì chiamare da un fraticello: "Entrate Dottò! Entrate c'è il nostro Padre Priore che sta molto male! E' da cinque giorni che ha degli atroci dolori allo stomaco, come se dieci muli, appena ferrati, gli stessero ballando sopra la pancia!" "Ma cosa avete mangiato al convento per Natale?" chiese mago Bastiano indagando, "Niente per carità! Il nostro buon Padre Cosimo ci ha imposto la purgazione dell'anima e del corpo per Natale, come sacrificio per la Gloria di Nostro Signore. L'abbiamo celebrato con preghiere e digiuno; con Ave Marie, pane ed acqua! Ma il mistero che nessuno riesce a spiegarsi, è che come noi, il Santo Padre ha digiunato, ma cosa alquanto strana, più digiunava più ingrassava; rifiutava persino il pane, quel sant'uomo e si nutriva solo di acqua e Rosario! E cosa ancor più strana e misteriosa, era che ogni tanto, anzi spesso, arrivavano certe folate di odori di pietanze che ci facevano rizzare i capelli in testa!...." "....Era per caso odore di arrosto di carne di porco? ...." chiese con dotta espressione il Bastiano, "....Come avete fatto a indovinare? siete proprio un mago! Proprio così, ma non solo di salsiccia arrostita, ma anche di sugo con le cotiche, di "sangunazzu" fritto e ancora costate arrosto e lardo fritto. Un giorno sentendo odore di piedi di porco rosolato con le lenticchie, svenni improvvisamente per la debolezza; mi risvegliai solo grazie alle urla del povero Padre Cosimo; fu allora che quella tentazione di cibo, grazie a Dio, svanì. Ma adesso siamo afflitti dai terribili lamenti del Padre Priore che non ci danno pace. Sicuramente gli si sono attorcigliate le budella dal digiuno e sono cinque giorni che non va di corpo" concluse accorato il fraticello. "....Veramente strano, molto strano....- disse, con fare sospettoso, Bastiano -...., adesso portatemi dal sofferente!" ordinò tutto ad un tratto. Si riunirono tutti i fraticelli e lo condussero in un'ampia stanza dove Padre Cosimo giaceva agonizzante su di un grande letto. Era quasi irriconoscibile, di quanto era grasso e somigliava tanto al porco che gli aveva rubato. "Male, molto male!" sentenziò mago Bastiano dopo averlo visitato; "Che volete dire?" dissero in coro preoccupatissimi i frati, "Proprio questo, fratelli miei: IL MALE!....- rispose Bastiano, sbattendo il bastone a terra, un brivido d'orrore fece trasalire i presenti -....E' inutile nascondervelo, sono molto pratico di queste cose e vi posso giurare che il vostro priore è stato vittima della "tentazione in persona"; è come se nel suo corpo vi fosse un porco di cento "cantara" (quintali) e non riesce a scacciarlo fuori! Ma non vi preoccupate ci sono qua io! Farò tutto il mio possibile per liberarlo, ma voi dovete andare via. Non voglio nessuno intorno. Sapete, segreti del mestiere! State dietro la porta e pregate. Attenzione però! Sentirete delle urla disumane, infernali. Non lasciatevi tentare di aprire la porta, se no sarà tutto inutile, anzi! E' buon segno, perché più sentirete urlare il vostro priore, più starà guarendo!" Mandò, quindi, fuori i fratelli; chiuse a chiave la porta dietro le sue spalle e si avvicinò a Padre Cosimo il quale gemeva e gridava come un cane bastonato: "Aiutami! Salvami!...." "Io sono qua per questo, Santo padre!" disse Bastiano con uno sguardo diabolico e soddisfatto, ".... Aiuto! Che male! Che male!" implorava il padre; "Voltatevi a pancia in sotto!" ordinò Bastiano. Con molta fatica Padre Cosimo si mise in quella posizione; Bastiano gli tirò su il saio e gli calò le braghe; che orrendo spettacolo! Non aveva mai visto un sederone così grasso e pasciuto. Prese la saccoccia e ne trasse fuori una corda con la quale lo legò velocemente al letto; poi trasse fuori una grossa grattugia e un sacchetto pieno di sale che cosparse su quel grosso sedere. "Cosa state facendo, dottore?!" chiese sofferente il frate, "Sto liberando il porco che c'è in voi!" rispose tutto contento Bastiano. E incominciò a strofinare la grattugia su quelle enormi natiche tonde e grasse, avanti ed indietro; le urla di dolore di Padre Cosimo erano veramente disumane "Aiuto, muoio!" gridava; "E allora, rispondete a questo quesito: Era un porco o uno scampirro?" gli chiese urlando Bastiano. Alla parola scampirro, Padre Cosimo capì che non poteva capitare in mani peggiori e si mise a urlare ancora più forte, come un indemoniato. I fraticelli, dietro la porta, sentendo quelle raccapriccianti urla, si facevano ripetutamente il segno della Croce e lodando il Signore, iniziando a dire il Rosario. Al quarto Mistero Doloroso i glutei del povero frate erano, oramai, ridotti come un colabrodo e Bastiano infieriva ancora: salava e grattugiava, salava e grattugiava e mentre rideva di gusto continuava a dire: "Era un porco o uno scampirro?"; Padre Cosimo stremato da quel martirio, più doloroso del mal di pancia, cominciò a implorare perdono, promettendo di dargli tutto ciò che voleva, pur di porre fine a quella terribile tortura. Era come se fosse all'inferno e un demonio gli inforcasse il culo e questo gli fece gridare con quanto fiato avesse ancora in gola: "Perdono avete ragione! Era un porco, un porco e non uno scampirro! Ma ora basta!" "E cosa mi darete in cambio se smetto?...." gli chiese Bastiano "Vi darò....- gridava il monaco -.... cinque muli carichi di ciò che volete....", "....Poco è!" ribadì Bastiano, ".... e ancora capponi, conigli, capre e i 1.000 tarì, il prezzo della scommessa; però ora basta che muoio!". A quelle parole Padre Cosimo, non morì ma la pancia gli si sciolse in una grande scarica di diarrea che ci vollero tre giorni per pulire quella stanza e per due settimane rimase ancora l'odore acre di quella maestosa "cacata". Ai fraticelli fu ordinato di caricare i muli con tutto ciò che il mago dottore avrebbe desiderato. Gli furono riempite le tasche di 1.000 tarì, il prezzo della scommessa vinta, e fu accompagnato fino a casa dai riverenti fraticelli. Assunta, per la grande gioia diede una grande festa che ballarono per tre giorni. Padre Cosimo si ritirò in un eremo vicino Racalmuto e concluse i suoi giorni vivendo di pane, acqua e preghiera, ringraziando il Buon Dio di avergli salvato, se non il culo, almeno l'anima.