ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ANGELO PETIX
        Il 30 marzo 1997 moriva a Cuneo lo scrittore Angelo Petix che era
        nato a Montedoro il 2 novembre 1912. A distanza di dieci anni
        dalla sua morte riteniamo che sia doveroso, per la cultura italiana,
        ricordare uno scrittore così significativo del secondo dopoguerra che
        si ascrive certamente alla corrente del realismo e che affonda le radici
        nel verismo verghiano e nel realismo francese di Zolà.
        E noi vogliamo aggiungere che certamente Petix fu un precursore di
        quella che sarà la tendenza "minimalista" che la letteratura
        americana fa risalire a Carver e questo lo diciamo perché Petix è il
        cantore di un mondo "minimo" il mondo degli zolfatari e dei
        contadini del sud che gridavano al sole di morire subito perché le
        giornate erano lunghissime ed il sole cuoceva le carni dei mietitori,
        facendolo con una prosa semplice e veramente disarmante che non trova
        precedenti nella nostra letteratura
        "La miniera occupata" è un piccolo capolavoro che
        fotografa la società mineraria siciliana della fine degli anni quaranta
        e degli inizi degli anni cinquanta, ma il libro che più affascina è
        costituito dai "Racconti" che sono dei veri e propri
        capolavori che tutti dovrebbero leggere per gustare una prosa bellissima
        e per rivivere un mondo che ci siamo lasciati alle spalle.
        "Come morì Brasciddu" è certamente tra i racconti il
        più bello ed il più significativo e impressionò il giovane Mineo che
        lo notò mentre era redattore di una rivista pubblicata dallo scrittore
        Sebastiano Addamo.
        A distanza di anni Mineo, divenuto Preside della Facoltà di
        Lettere dell’Università di Catania, si ritrovò a scrivere la
        prefazione de "La miniera occupata" che rivide la luce,
        assieme ai "Racconti", per i tipi della casa editrice Sciascia
        di Caltanissetta nel 2002.
        Petix pubblicò inoltre "Gli sbandati" nel 1971,
        "Il sogno di un pazzo" nel 1979, "Le notti insonni di
        Lillà" nel 1984, "Il lungo viaggio" nel 1986, "Anna
        è felice" nel 1991, "L’amore respinto" nel 1994.
        Noi oggi riproponiamo all’attenzione del mondo letterario
        italiano, questo scrittore siciliano, nella speranza che gli studiosi
        vogliano approfondire e studiare la sua opera.
        Agrigento,lì 30.3.2007
         gaspareagnello@virgilio.it