Il parlamento siciliano

I normanni, grandi guerrieri vichinghi, giunsero in Sicilia prima ancora di sbarcare in Gran Bretagna, e la loro venuta portò il regime feudale, con un parlamento gestito inizialmente solo dai nobili, laici e religiosi. Con l’incoronazione a re di Ruggero II nel 1130, per la prima volta nella storia di tutta Europa, venne convocato il parlamento siciliano. La convocazione del parlamento in Sicilia non fu la prima, ma certamente la più importante, dal momento che furono ammessi, anche se in via eccezionale, vari rappresentanti del popolo.

La prima Assise era avvenuta nel 1097 a Mazara del Vallo, sotto la guida di Ruggero d’Altavilla, fratello del Guiscardo che, scacciando i Saraceni dall’Isola, aveva dato il via alla secolare storia dell’autonomia e del parlamento siciliano.

Una svolta vera si ebbe nel 1240 quando Federico II ammise nel parlamento anche i rappresentanti delle città demaniali, quindi prima ancora che analoga decisione fosse presa dal parlamento inglese, nel 1264. Gli sviluppi dei due parlamenti furono alquanto diversi, poiché in Gran Bretagna si formarono due camere, quella dei lords e dei comuni, mentre in Sicilia le camere furono tre: i baroni, gli ecclesiastici, e le città demaniali, quali Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Sciacca, Naro, Caltagirone, etc. Queste ultime furono inserite per contrastare il prepotere dei baroni e degli ecclesiastici feudatari, per cui anche se il parlamento rimase essenzialmente feudatario, tuttavia divenne un’assemblea alla quale partecipava buona parte delle città siciliane, e si autogovernava e si amministrava in nome del re. Ma mentre in Germania le città demaniali ebbero vita e sviluppo fecondo, in Sicilia presero il sopravvento i baroni ed il clero baronale, e quindi divenne terra di feudi. I due parlamenti, per un certo periodo, ebbero caratteristiche affini, finché la storia inglese e quella siciliana presero direzioni ben diverse, dal momento che l’Inghilterra conservò la propria indipendenza, mentre la Sicilia ben presto la perse, divenendo dominio di monarchie straniere.