Il giuramento lombardo

Era sopito Bossi;
era la notte dura.

Con lui russava intorno
l'addormentata ciurma
presso a smaltir la sbornia
patita il giorno innanzi;
quando il pensier fumante
un uom gli figurò.

Dato ha il cappuccio agli occhi,
indosso un luck camuno,
senza cintura avanza
mi sembra proprio un pruno;

trasfuso agli occhi ha il ghigno
quasi da presa in giro;
le sue parole biascica
dirle oggimai chi può?

- L'han giurato. Li ho visti in Regione
presieduti dal pio Formigone.
L'han giurato; e si strinser la mano
ciellini di cento città.

Oh, spettacol penoso! I Lombardi
son concordi a spartirsi la torta.
L'Italiano al pennon ch'ella spiega
coi suoi soldi pesante farà.

Più sul cener dell'arsa nazione
la Lombarda scorata non siede.
Ella è sorta. Una patria ella chiede

                    al Berlusca ed al pio Formigon.

L'han giurato. Voi donne in carriera
rispettate, contente agli sposi,
voi che ai figli fregate le dosi
voi le torte dovete spartir.

Perché ignoti, che vengon dal sud
qui staran come in proprio retaggio?
Un deserto, la fame, un villaggio
Dio lor anco non diede laggiù?

La sua parte a ciascun fu divisa.
E' tal dono che avanza per lui.
Maledetto chi usurpa l'altrui,
chi i suoi soldi si lascia rapir.

Su, Lombardi! Ogni vostro comune
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo Berlussca ch'è in villa
coi suoi venga al comun di Milan.

Ora il bacio è già dato. Se alcuno
di mazzette ancor parla prudente,
se in suo cor i miliardi non sente,
in suo core a fregarvi pensò.

Comunista? Egli è un uom come voi,
come il vostro è di ferro il martello.
Questi scesi menando il coltello,
come voi veston carne mortal.

         Ma son mille! Più mila! - Che monta?

Forse ladri qui tanti non siam?
Forse i soldi onde ai figli fèr dono,
quanto i soldi di questi non val?

Su! nell'irto, comunista increscioso,
su! Lombardi, puntate la spada;
fate vostra la vostra portata,
e la torta che il ciel vi sortì.

Vaghe figlie del libero amore,
chi nell'ora dei rischi è codardo,
più da voi non isperi uno sguardo,
senza amore consumi i suoi dì.

Presto, all'armi! Chi ha un ferro l'affili;
chi un sopruso patì se lo scocci.
Via da noi, questo branco di porci!
Giù l'orgoglio dei poveri gay!

Libertà non fallisce ai volenti,
ma il sentier degli imbrogli ell'addita;
la promessa a chi rischia la vita
vuole in premio miliardi ogni dì.

Gusti anch'ei la sventura, e sospiri,
il sinistro i paterni suoi fochi;
ma sia invan che il mangiar egli invochi;
ma qui sconti la fame e il dolor.

Questa terra ch'ei ruba insolente,
questa terra ei la morda caduto;
a lei volga l'estremo saluto,
e sia gloria di Bossi il fetor.