LA VITA E LA MORTE

Un boato, la terra sussulta, si apre, sprofonda.
Uno, cento, mille grida di dolore fanno eco
al fragore che scuote ogni cosa,
al frastuono delle case che scosse da forza tremenda
si contorcono, ondeggiano e crollano
come castelli di sabbia plasmati da mano infantile.

Un groviglio di travi, un ammasso di pietre,
una nuvola bianca che soffoca e copre ogni cosa.
In quell’inferno incolore s’aggirano i volti
chiazzati di sangue che corrono in luogo sicuro,
il terrore negli occhi i bimbi che implorano immobili,
le mamme che cercano i bimbi sfuggiti di mano,
vecchiette che attonite attendono il loro destino.

Trenta, quaranta, cinquanta interminabili secondi
e la terra si placa, lo sfogo di rabbia è finito,
la vendetta è servita, e ritrae la mano violenta e vigliacca.
E’ tornata una calma irreale, come dopo lo scoppio di bomba.
Ancora pochi secondi e la tragedia appare, infinita.
Il campo è pervaso da acuti lamenti,
i feriti che invocano aiuto, implorano, piangono.
Alcuni fantasmi laceri o nudi sbalzati dai letti
fanno capolino tra i grovigli di masserizie fumanti,
giocattoli, bambole, libri, stoviglie.

Increduli gli altri, scampati a morte sicura,
atterriti si abbracciano, gonfi di lacrime gli occhi,
assente lo sguardo rivolto allo scempio improvviso,
la mano alla testa in segno di disperazione e lutto.
La battaglia è finita: comincia l’affannoso soccorso,
si cercano i figli, le mogli, i parenti rimasti sepolti,
si scava, si estraggono i corpi,
composti d’amorevole mano, bagnati da lacrime amare.

Non servono parole a descrivere il grande disastro:
sono gli occhi a parlare, occhi simboli di tragedia,
occhi di rassegnazione, occhi arrossati ,
occhi stanchi di pianto, occhi grondanti paura,
occhi rivolti alla casa distrutta ed all’incerto futuro.
Amorevoli occhi di mamma seduta a lambire
il corpicino del suo piccolo amore perduto.

Parlano anche gli occhi dei soccorritori
seduti a riposo dopo indescrivibili sforzi:
volti arruffati di stanchezza,
nere le mani che nude hanno scavato con forza,
tristi i loro occhi che hanno visto vicino lo scempio.

Che immane tragedia, il terremoto.
La terra che ci ha dato la vita,
la terra che ci sfama, ci nutre e dà amore,
ha momenti di rabbia e vendetta.
Arbitro inesorabile di vita e di morte.
                                                                               Federico Messana