Calogero Messana ricorda ........

               LA NADURELLO SOCIALE AI TEMPI DELLA
                         "COOP. LA RINASCITA ZOLFIFERA"

Ho un ricordo personale della miniera tra il ‘57 ed ’58.

Avevo 5 anni e mi mandarono alla scuola elementare, allora presso il vecchio edificio del "ricovero" .Abituato a vagabondare per il paese e le campagne non riuscivo a stare al mio posto: ricordo le punizioni della maestra Tortorici con periodi di ginocchioni dietro la lavagna e le spalle alla classe. Non poteva durare. Abbandonai la scuola e mi mandarono all’asilo assieme ai miei coetanei di 5 anni.

L’asilo era quello della parrocchia nel salone dietro la chiesa e ingresso dal "cozzo della chiesa".

Il panorama naturale era la collina del calvario poiché il cozzo non era circondato dagli alberi come adesso.

Ho un’immagine stampata nella mente: i vagoni che salivano e scendevano : sbucavano dal ventre della terra e raggiungevano la casa dell’argano e scendendo sparivano nel nulla.

A distanza di 50 anni ho ricostruito mentalmente i ricordi e vedendo i documenti e le carte ritrovate nell’archivio tutto combacia. Era il breve periodo in cui la Cooperativa gestiva la miniera del Nadorello tra l’autunno del ’56 e l’autunno del ’58.

Oggi è tutto sconvolto. Ho fatto una foto dal basso proprio nel punto in cui iniziava l’imbocco della galleria del piano inclinato. Hanno asportato una enorme quantità di rosticci che si trovavano nel punto in cui oggi vi è la strada ; anche il fabbricato della cabina elettrica che si trovava appena sopra è stato demolito. Per fortuna sono rimasti i forni Gill a testimoniare la presenza della miniera e le notevoli tracce di zolfo nella parete a strapiombo.

Adesso il Museo ha preso il posto dei vecchi fabbricati: casa dell’argano e officina.

Ci si augura che quanto prima la documentazione disponibile presso l’archivio venga reso disponibile anche al museo e così potere "ricostruire" virtualmente e con riferimenti certi la vecchia miniera.