CALIMERO
           di Nicolò Falci

             

 

CALIMERO
(e) il cavaliere nero


Un Calimero col guscio a cappello
in giro andava per tutta l’Italia,
immaginandosi piuttosto bello
come un pargolo per la sua balia.

Credette d’essere intelligente
e si montò piano piano la testa.
Voleva essere il presidente …
… convinse molti e fece gran festa.

Si mise allora a girar per il mondo
col guscio in testa a mo’ di bandana,
ringalluzzito e inverecondo
questo gran figlio di Valle Padana.

Inviti aveva dai due presidenti:
un giorno al ranch e l’altro poi in dacia.
"Che faticaccia far tutti contenti:
c’è chi t’abbraccia e c’è chi ti bacia!"

Ma poi un giorno, per colpa del voto,
il gran paese degli americani
venne sconvolto da un terremoto
che mandò a casa i repubblicani.

"Ma cos’è stato che Giorgio è sparito!?
Un uomo nero dal nulla è spuntato!
Tutto sommato ha … il mio colorito,
anche se forse è solo abbronzato."

"E’ un giovanotto bello e carino
forse gli manca un po’ d’esperienza.
Niente paura, con me da padrino,
tra qualche anno sarà ‘na potenza."

"Gli insegnerò a stare con gli altri,
con barzellette e con canzoncine,
a come esser furbetti e scaltri.
… e se fa il bravo, poi … tante veline."

"E se qualcosa gli andasse poi storta?
e la paura del rosso che torna?
Basta che in tasca lui tenga la scorta
di bei nanetti che fanno le corna"…

……… Boh! … Mah !………..

So della fiaba dell’imperatore
che aveva scelto il sarto più grande
e grazie a un bimbo scoprì con orrore
d’avere addosso soltanto mutande.

Speriamo allora che perda il suo guscio,
e che la gente, guardandogli in testa,
possa mostrargli da che parte è l’uscio
e dirgli, "amico … finita è la festa"!

Nicolò Falci