RESURREXIT
 

Tutto il paese in sacra processione
rievocando di Gesù la sua passione
l’avea portato lassù, fino al calvario,
deponendolo alfin dentro al sudario.

A notte fonda, tra lucerne e fuochi,
Maria piangente e tutti i suoi seguaci,
deposto il corpo dentro l’urna antica
facean ritorno nella chiesa amica,

mentre un lamento acuto e penetrante,
sempre crescente e sempre più straziante,
fendeva quel silenzio di passione
toccando il cuore ed ogni sua emozione.

Una voce solista, rauca e amara,
il corpo di suo figlio reclamava,
come mamma siciliana piange e dispera
cercando il figlio colpito da lupara.

Un coro rassegnato triste e dolente
faceva eco alla mamma dolorante,
cercando di lenire il suo dolore
con parole d’affetto, tenero amore.

Sì come folla avanzando in processione
la bara circonda con grand’afflizione,
e giunto il momento di calare il corpo
urla la mamma per il suo caro morto,

Così, della sacra dimora giunti al cospetto,
l’ultima voce del solista esperto:
il figlio morto cercava, lei lo voleva!
Ogni sua pena il coro alfin leniva.

Colma la chiesa di fedeli assorti
meditavan Cristo per l’atroce morte,
facce tirate, compunti sulla panca,
fisso lo sguardo a quella bara bianca.

Ma appena il prete intonato ha il suo "Gloria",
quel silenzio si trasforma in gran baldoria:
mentre un sacro rumor di terremoto
fa tremar della chiesa ogni apparato.

Rovesciata la bara tutta d’un lato
quel Cristo che parea morto e finito,
con un balzo compare su quell’altare
scomparso dal suo volto ogni penare.

Un forte battimani empì quel tempio,
un rumor di "tric-trac" partì al contempo;
e gioiron tutti per la scampata morte
festeggiando quel dì, Cristo risorto!