ARCHEOLOGIA A MONTEDORO
                                            
di Calogero Messana


         

La foto a colori é del Dott. Giampietro Morreale, di Montedoro, direttore dell' Archivio Storico di UNICREDIT GROUP, e rappresentano le selci rinvenute nel vallone del Gallodoro, nei pressi di Gibellini, di cui parla Calogero.
A Novara possiede una bella collezione di selci ed ossidiane provenienti da diversi paesi europei. 

Il territorio di Montedoro, come il resto della Sicilia interna, è stato popolato fin dalla preistoria.
Le tombe a grotticella dei Sicani, con esempi in c.da Palombaro, Guarini e alla Sabbuggia ed il tholos di Monte Ottavio testimoniano la presenza di quelle popolazioni.
A seguito della nascita del Circolo Culturale G. Verga (fine anni 60), nei periodi estivi, si organizzarono diverse "escursioni" sotto la guida di Arturo Petix, profondo conoscitore del territorio ricadente nell’area del Vallone.
In particolare ricordo una gita nella c.da Finaita , lungo la strada per Racalmuto, al confine, appunto, del territorio comunale.
Eravamo un gruppo numeroso e seguendo e indicazioni di Arturo ci "spuntavano" sotto gli occhi i resti di antiche civilizzazioni: frammenti di ceramica di epoca diversa sparse in terreni incolti, alcune grezze altre finemente verniciate di nero, come nei vasi greci presenti nei musei.
L’escursione, ovviamente non prevedeva scavi o ricerche approfondite, ma aveva lo scopo di chiarire, sul posto, le civiltà succedutesi e le tracce lasciate.
Di recente ho ritrovato i negativi di alcune foto scattate nell’estate del ‘69 che testimoniano il lavoro di ricerca, stavolta con scavi, eseguiti nelle contrada citata.
Il maggior impegno è stato profuso da Andrea, pur nelle condizioni in cui si trovava, che con la sua forza di volontà riusciva a recarsi sul posto e scavare !!!
Aveva individuato un villaggio di capanne del periodo , probabilmente , neolitico . I resti ritrovati a base di selce e ossidiana testimoniano l’epoca .
Non abbiamo mai trovato metalli, nonostante l’aggeggio da me costruito allo scopo. Ma la presenza di ossidiana dimostra i contatti che quelle popolazioni avevano con il resto della Sicilia . L’ossidiana, com’è noto, proveniva dalle isole Eolie e sopperiva alla scarsezza di metalli per la costruzione di utensili da taglio.
Il luogo dell’insediamento è interessante poiché posizionato sulla "sella" che separa il vallone di Gibellini dal vallone del Gallodoro e consente una notevole visione panoramica del territorio circostante. Anche se in cima alla collina, non era eccessivamente lontano dalle sorgive di acqua dolce di Canalotto, distante non più di 1 km.
Dalle foto si vedono alcuni esemplari di selce di notevoli dimensioni.
A casa ho trovato alcuni frammenti di quanto ritrovato. Dopo la scomparsa di Andrea ho cercato il resto del materiale ma non era più a casa sua. Solo qualche giorno addietro ho saputo da Pietro che il materiale era stato regalato a Giampiero Morreale di Novara.
Dopo averlo contattato ha promesso di inviare alcune foto da a aggiungere a queste.