Don Salvatore Piccillo, sacerdote, educatore, uomo di cultura

E’ trascorso nel silenzio il centenario della nascita di Salvatore Piccillo (1904-1978), sacerdote, educatore, professore di filosofia, direttore della biblioteca comunale di Caltanissetta, che ha avuto una parte rilevante nella vita ecclesiale, sociale, culturale della diocesi nissena negli anni trenta e quaranta del novecento.
Salvatore Piccillo è nato a Montedoro l’1 gennaio del 1904. Figlio di Giuseppe e di Angela Licata. Suoi fratelli sono: Angelo, Rosa, Gaetano, Giuseppina, Sebastiano e Beniamino. Studiò teologia a Roma al Collegio Capranica, dove conseguì la Laurea in Sacra Teologia e fu ordinato sacerdote, da Mons. Giovanni Jacono, il 28 ottobre del 1926.
Iniziò il suo ministero sacerdotale nella parrocchia di Montedoro, con l’ arciprete Mons. Vito Alfano, con l’incarico di cappellano ed assistente della Gioventù femminile dell’ Azione Cattolica Sant’ Agnese. Padre Piccillo si diede alla formazione morale e spirituale della gioventù femminile con diverse attività tra le quali la biblioteca circolante e le conferenze mensili. Ha incrementato le opere in favore delle missioni stimolando e coordinando le giovani alla confezione di indumenti ed arredi sacri per i missionari ed istituendo borse di studio per seminaristi in terra di missione. Un impegno particolare ha dedicato alla esatta cognizione della liturgia spiegando la Santa Messa anche con dialoghi recitati dalle aspiranti. Nel 1933 venne chiamato dal Vescovo Mons. Jacono ad insegnare in Seminario nel Corso Teologico. Nel libro La chiesa nissena in sinodo, edizioni ES 1990, a pagina 68 si legge: “ A questo terzo gruppo di sacerdoti formati < romanamente> si collega pure don Salvatore Piccillo che fu alunno del collegio Capranica in Roma e si formò spiritualmente alla scuola di mons. Giulio Belvedere.
Anch’egli esercitò un suo influsso nei diversi uffici che occupò in diocesi, specie come professore in seminario”. Insegnò anche nel Liceo classico Ruggero Settimo di Caltanissetta, Storia e filosofia e dal 1940 al 1946 fu Direttore della Biblioteca comunale Lucio Scarabelli di Caltanissetta succedendo al canonico Michele Palermo. Dette attività favorirono i rapporti col mondo giovanile e la sua opera ed il suo insegnamento contribuirono alla formazione di tanti professionisti nisseni che operarono la ricostruzione sociale e materiale della provincia. Dal volume I cattolici a Caltanissetta di Fiorella Falci, alle pagine 189-190. Durante il Congresso Catechistico Diocesano (16-20 Maggio 1937) “Nelle sezioni femminili si ebbero sedute per le intellettuali e conferenze della Gioventù Femminile (Interventi di Mons. Buttilla di Bagheria, can. Calamoneri, prof. Sac. Salvatore Piccillo).
Nel libro Momenti e figure della chiesa nissena di Cataldo Naro, a pagina 464 si legge:” Basti accennare a questo proposito – anche in relazione al tema generale di questo convegno – ai tentativi di aggiornamento liturgico animati a Caltanissetta, negli anni della guerra, dall’ avv. Giuseppe Alessi e dal giovane sacerdote Salvatore Piccillo, che avevano come primi destinatari i giovani universitari della FUCI.” L’avv. Giuseppe Alessi diventerà il primo Presidente della Regione siciliana ed in seguito deputato al Parlamento nazionale e senatore della Repubblica. Nel libro Chiesa e società , alla pagina 224, si legge: ” iniziative di promozione culturale ed anche liturgica di associazioni e gruppi cattolici, accanto a don Giovanni Magrì e poi anche don Salvatore Piccillo. Mentre alla pagina 369 è scritto:” La Gioventù Femminile cercò di raggiungere tutte le giovani.Per questo in città organizzò le studentesse, delle quali per un po’ di tempo si occupò il Sac. Prof. Salvatore Piccillo, e le lavoratrici. Lo scopo era la formazione integrale delle giovani”.
Un ruolo molto importante Padre Piccillo svolse durante il periodo della liberazione americana nella seconda guerra mondiale.
Nel diario di Giovanni Petix da Memorie e tradizioni di Montedoro, alla pagina 348, è scritto: ”(20 luglio 1943) Verso le ore dieci antimeridiane è arrivata in paese un’auto americana con a bordo due soli soldati ed i nostri concittadini:Canonico Giovanni Rizzo, Rettore del Seminario Vescovile ed il Sacerdote Salvatore Piccillo, Bibliotecario della Comunale di Caltanissetta. Alle persone presenti il sac. Piccillo ha fatto una breve relazione sui motivi della loro venuta. Ha detto che sono stati mandati in giro, espressamente dalle Autorità americane, anzi dal Generale in capo, per fare sapere alle popolazioni di San Cataldo, Serradifalco, Montedoro, Bompensiere e Milena di stare tranquille ed avere fiducia nell’Armata americana, che stava lavorando per ristabilire tutti i servizi e l’ ordine pubblico. Ha detto anche che tra pochi giorni sarà provveduto per gli alimenti e quant’ altro abbisogna alla popolazione.” Il canonico Giovanni Rizzo verrà eletto, nel 1946, vescovo coadiutore del Cardinale Ruffini di Palermo e, nel 1947, Arcivescovo di Rossano Calabro (CS). Alla pagina 360 si legge: “(venerdì 6 agosto 1943) Verso le cinque pomeridiane è arrivato il Prefetto Cammarata in compagnia del nostro concittadino Sac. Salvatore Piccillo: sono rimasti qualche ora tra la gente e poi sono andati al municipio accompagnati dal dottor Calogero Volpe, dal reverendo Don Vito Alfano e dal Major Giovanni Tulumello”
Nel libro Calogero Volpe, significato di un impegno di Pierina Volpe, del 1986, alla pagina 37, è scritto: “In quella città (Caltanissetta) il Sac. Salvatore Piccillo, professore di storia e filosofia al liceo Ruggero Settimo, riceve l’ incarico di accompagnare un ufficiale inglese, che vuole fare un giro per la provincia per costatare lo stato di necessità della popolazione. Le autorità alleate riponevano molta fiducia nella Chiesa. Il Sac. Piccillo, nativo di Montedoro e molto amico di Calogero Volpe, lo invita ad accompagnarsi a lui per meglio illustrare la necessità sanitaria dei paesi”
Il dottor Calogero Volpe verrà eletto deputato alla Costituente e poi al Parlamento nazionale fino alla sua morte avvenuta nel 1976. E’ stato Presidente dell’ Ente Zolfi Italiani, Sottosegretario di Stato in diversi governi, Sindaco di Montedoro.
Negli anni a seguire Padre Piccillo si trasferisce a Roma dove insegna storia e filosofia nello stesso Collegio Capranica dove aveva compiuto gli studi superiori fino a tarda età. La sua dipartita è avvenuta il 13 maggio del 1978 e le sue spoglie mortali riposano nel cimitero di Montedoro. “Dalla Sicilia a Roma, apostolo infaticabile, ha profuso ai giovani ricchezze di mente e di cuore, ma specialmente ha cercato di portare anime a Cristo, come si era proposto nel giorno della sua ordinazione sacerdotale: “Portare Cristo alle anime…..fedelissimo fino alla morte!” E quando la malattia lo ha costretto a ridurre l’ apostolato attivo, ha intrapreso, convincente, quello dell’ esempio: il lungo calvario, nella serena accettazione del disegno divino, è stato un insegnamento indimenticabile.”
Nelle molteplici attività di Padre Piccillo si possono ritrovare i tratti umanamente distintivi della sua figura di sacerdote e di educatore amabile e paterno, aperto e disponibile, ma sempre lucido, fermo e intransigente.
Nella sua vita sacerdotale e di educatore a Montedoro, a Caltanissetta e a Roma, ha affrontato diverse realtà sempre con lo spirito limpido e sereno di una retta coscienza, capace di mantenere l’ equilibrio tra opposte tendenze e rivendicazioni, lasciando, ogni volta, in questi passaggi, tracce ben visibili del suo acume e della sua finezza come pensatore, educatore e maestro spirituale. Sapientemente ha insegnato a “comprendere per credere” la fede che cerca l’ intelligenza. Quell’ intelligenza della fede che in lui si dilata fino a diventare preghiera e contemplazione d’amore.
Ricordare Padre Piccillo, nel centenario della sua nascita, significa onorare l’ uomo, il sacerdote, il professore, l’educatore, l’ uomo di cultura, stimolare qualcuno a rileggere una pagina importante della storia di Montedoro e della diocesi di Caltanissetta, annoverarlo tra i personaggi più prestigiosi di Montedoro al fine di apprezzare e valorizzare le nostre radici non solo come mero bisogno di passato, perché il presente è precario, ma perché tassello importante della nostra identità di montedoresi.

Lillo Paruzzo