Le lettere di Letizia

(concerti, suppliche ed implorazioni per soldi)

Palermo 18.5.1919
Via Isidoro Carini,62

Caro papà,

sono un po' amareggiata del tuo ritardo nel venire a Palermo. Io ho desiderio di rivederti, e vorrei anche parlarti di varie cose. Quando vieni?

Il mio concerto al Circolo Artistico sarà Domenica 1° giugno. Domani cominciano le prove col Quartetto (si comincia con un Quartetto di Beethoven, poi svolgo un lungo programma sola). Domani suono al "Saliors rist".

Ti mando una fotografia che ho preso a Lina in S. Giovanni degli Eremiti.

Avvisami in buon tempo quando arrivi. Tanti saluti da Letizia

Taormina 8.3.1924
Pensione Galeano

Caro papà, giunta qui ieri sera ho dovuto venire a stare in una pensione, perché gli stessi Goodson, avendogli io manifestato le mie preoccupazioni circa il Concerto, mi hanno consigliato di andare da loro dopo di esso Concerto: prima devo essere in città per dedicarmi tutta a farlo riuscire. Le preoccupazioni sono perché devo dividere ugualmente il Concerto colla Sig.ra Malli che viene da Palermo col marito e una bimba lattante! Non ho che farci, ho preso l'impegno oramai. Oggi scenderò dai Goodson e vi troverò suppongo l'annunziato vaglia di lire 20 per le commissioni fattevi. Sarebbe stato terribile, stando dai Goodson, far quella salita ogni volta e col violino per giunta, onde venire a Taormina, e tornare laggiù di sera, attraverso la campagna! Se ciò è vero, è pur vero che il mio stare qui otto o dieci giorni, per quanto nella stanza più economica di Taormina, importeranno lire 200 (o più di spesa). Io ti supplico di volermi gentilmente mandare altre lire 50. Mi avrai aiutato con lire 100 alle mie spese. E pensa che dei due viaggi e spese di Palermo ho speso finora lire 200 o più, e viaggiando sempre in 3^. Perciò mandami, ti prego, lire 50 e poi ti lascio in pace.

Scintilla sta facendo di tutto perché il mio Concerto di Messina riesca! E' veramente molto gentile, e gli mostrerò la mia gratitudine. Mandami le 50 lire fermo posta, Taormina. Come pure scrivimi lì. Mi sono fatta conoscere alla Posta, perché nella confusione di questa pensione temo che le cose si perdano, e i Goodson , ripeto, stanno troppo lontano. Io non li ricordavo così lontani.

Attendo dunque, e grazie. Spero che stai meglio. Tanti saluti Letizia

 

Catania 9.4.1924

Caro papà,

Il concerto di Messina è sfumato. Aprile me ne ha scritto spiacentissimo. Hanno fatto tali difficoltà che non te le sto a narrare. Io sospetto che le mie due antiche colleghe che vi sono a Messina, e i rispettivi mariti, noiosissimi entrambi (!), vi abbiano contribuito in gran parte. Basta, questa non è che una delle molte disgrazie e contrarietà, successomi da quando son partita..

A Taormina ne ho passate di tutte! Perché non vi è un atomo d'organizzazione, ma bensì molta corruzione e molte retroscene. Retroscene di politica e di affari privati che poi sconta una povera concerta. Al 1° concerto (alla magnifica Villa Rocca Bella) non vennero tutti i musici, che non son pochi. Fra cui tutti i tedeschi; e come sai a Taormina ci è più di tutto tedeschi.

Al 2°concerto al teatro non vennero tutti i fascisti, a principiare dal Sindaco, perché la commissione del teatro è anti fascista!!!

Abbiamo avuto successo malgrado tutto, ma a costo di tali fatiche e guastamenti di sangue che il solo ricordarli mi dà bile.

Avremmo dovuto fare il triplo di guadagno, così non abbiamo colmato che, giusto giusto, le terribili spese. (Parlando al plurale alludo alla mia pianista, che venne a Taormina col marito e la bimba lattante!!!).

Sono stata una frana coi Di Stefano, anche qui tutto contrario per un Concerto, quest'anno, e oggi vado a Caltanissetta. Vi starò solo domani, penso, e ti telegraferò per la mia venuta. Sento il desiderio d'un po' di pace. Ho scritto ad Aprile pregandolo per la commissione che volevi fatta a Taormina.

Spero che state bene, e a rivederci con la zia Giulia.  Letizia

P.S. Sono stata a comperare delle bottigline d'olio Migneco, e la signora Lucia mi ha regalato un ritratto di Migneco, e me ne ha fatto vedere un altro, che forse non conosci: meraviglioso. Essa credeva che tu venissi a Catania, dopo che glielo scrivesti.

 

Venezia 16.8.1925

Istituto Canossiano S. Trovaso

Caro papà, ti prego tanto: potresti mandarmi ancora un aiuto di lire 200? Ricorderai che pensavo di dare un Concerto al Lido nei primi di Luglio. Lo do invece venerdì prossimo 21 agosto. Questo gran ritardo ti darà, se ci pensi, un'idea del mio guaio. Ho trovato negli albergatori del Lido un ostacolo feroce e impreveduto. Temono di perdere anche un soldo dei loro immensi guadagni, e mettono tutti i bastoni nelle ruote. Infatti al Lido, strano a dirsi, (perché potrebbero farsi affari d'oro) non c'è la minima organizzazione e non si danno mai concerti.

Questo non lo potevo immaginare, e l'ho imparato a mie spese stando qui. Ed io son qui dal 5 luglio, pensa, lottando colla "Compagnia dei grandi alberghi" prima, e poi con una sfilata di Albergatori che non ti sto a ridire. Infine ho ottenuto la bella sala del Grand Hotel Lido, per niente, e mi sembra un miracolo. Mi rifarò spero bene delle spese di questo lungo soggiorno, ma intanto per tirare avanti ho dovuto farmi prestare, cosa che col mio carattere mi costa sempre uno sforzo assai penoso. Ieri infine sono andata a Padova, dai Marzolo di cui ti ho parlato, e dalla signora mi son fatte prestare lire 100, perché a Venezia non sapevo più dove dare la testa.

Non dico altro, ma ho passato un brutto periodo. In giugno mi mandasti lire 100. Son passati due mesi; se io fossi stata a Montedoro te le avrei ben consumate altrettante, no? Ti prego di far conto, per questa volta, di avermi avuta lì… Ho detto alla Sig.ra Marzolo che le renderei entro la settimana entrante, e questo mi disturba non poco. Il guadagno del Concerto mi servirà per tante necessità (costi, spese, e qualche debito) che volerà fra le mani. Se tu puoi darmi questo sollievo fallo dunque; e subito, ti prego. Tu sai ch'io non spreco, perciò ti chiedo per necessità. E grazie.

Dopo andrò difilata a Pirano. Ove i miei buoni amici di là mi hanno già combinato un concerto a Portorose. Ove, come in tutte le spiagge del mondo, si fanno concerti facilmente. Non ci è che il Lido che sia così contrario: e chi lo avrebbe creduto?

A proposito dei Marzolo, il dott. Marzolo mi ha detto che nel 1884 fu colla signora a Bordighera ed abitarono proprio il villino Hamilton. Ricordano benissimo la famiglia di nonno. Evidentemente tu e mammà eravate assenti allora.

Mi ha scritto una bella lettera il senatore Francesco Salata, chiedendomi un capitolo del mio lavoro su Tartini per una sua pubblicazione di storia e belle arti istriane. I Marzolo mi hanno detto che è stato segretario del primo ministro Salandra, e che è un personaggio importante a Roma, che ha le mani in pasta nell'alta politica. Siccome capisco che diverremo amici, te lo faccio sapere, che sa mai egli possa esserci utile. Quando ripasserò da Roma (ove sono ospitata dai miei amici Valori, trasferitisi colà) lo conoscerò certamente.

Io ti ringrazio tanto, per ciò che sai, e che mi servirà per molto….. Auguri e saluti Letizia

 

21 Novembre 1929

Palermo, Via Isidoro Carini, 62

Caro Papà, ti ringrazio per le mille lire. Ma ti assicuro che il ritardo è stato tremendo. Tre volte mi son trovata senza un soldo e ho dovuto ricorrere, non senza sforzo e mortificazione, (date le circostanze che tu ben sai) a Onofrio. E intanto Don Filippo Caramazza mi ha scritta una lettera villana (la parola è di Onofrio), per il ritardato invio del fitto!! Se tu gli avessi mandato la prima rata quand'io te ne pregai, ciò non sarebbe avvenuto. Ora dopo che si sono condotti in tal modo, io dietro il buon consiglio della signora Leone, li punirò calcolando i tre mesi a lire 150 invece di lire 200, che è davvero un prezzo da strozzini per quelle cameracce . Gli manderò dunque lire 250 questo mese, e altre 200 il mese prossimo e saremo pace. E faccio già troppo a togliermi tali somme dalla mia mesata.

Ti scrivo tutto ciò perché tu sia avvertito, come pure ti avverto che ho risposto a Don Filippo con una lettera in cui senza punto compromettermi ho detto il fatto loro a lui e sorella. Lui non avrebbe fatto una parte simile, ma è stato, lo capisco, menato per il naso dalla sorella, gretta e interessatissima.

Avrei preferito molto che tali invii li avessi fatti tu, se no loro penseranno malignamente ch'io mi son tenuta il denaro finora e che ne ho fatto quel che ho voluto.

Ma tu purtroppo ripugni a mettere le mani a penna per le cose più semplici e talvolta anche doverose. Pazienza.

Spero andar presto con Onofrio, se potrà, a farmi la radiografia. Sarà un'altra spesa, ma che fare?

Coi primi di dicembre voglia ricordare, ti prego, che comincia un altro mese e che io non posso vivere d'aria. Lina vorrebbe ma non può più aiutarmi perché non ha più che una lezione, e non so davvero come tiri avanti. Oh, quanto più volentieri avrei dato a lei i denari che hanno preteso i Caramazza!!!

Grazie e saluti con la zia Giulia Letizia

 

6 Agosto 1928

San Cataldo, via Rosario, presso Lilly Maira

Caro Papà, siamo al lunedì, sono passati altri 15 giorni del mio soggiorno qui ed io sono agli sgoccioli delle lire 500. Ti parrà forse ch'io te ne parli presto, ma è perché……

 

Palermo 27 aprile 1930

Via Nicolò Garzilli,9  presso Cav.  Onofrio Caico

Caro Papà, il risultato dei riguardosi parlamenti colla pseudo superiora (mi sono accertata che queste sono suore solo di nome, la veste è solo un pretesto per attirare la beneficenza) fu che quella sera dopo che ve ne andaste tu e Onofrio, dimenticò di fare il famoso sciacquo del naso e mi russò maledettamente dietro la porta (ove è il mio letto) come un tremendo contrabbasso tutta la notte ed io a sentirla. Il giorno dopo confessò d'esserselo dimenticata. Ma quando la notte seguente si ripeté l'identico disastro io, aspettato fino all'uno e 1/4, disperata ed esaurita, non potendone più, mi permisi di bussare e farselo quel benedetto sciacquo, per salvarmi un poco di sonno. La risposta furono villanie. Negò financo d'aver russato!!! Questo contegno sai perché? Perché aveva avuta tutta la mesata. Se l'avesse ancora dovuta avere, sarebbe stata in soggezione fino all'ultimo giorno. Perciò io, …..

Ora tu abbi la bontà di farmi avere da Onofrio lire 450 per la mezza mesata di maggio. Fammela avere non più tardi del 1° maggio. Meglio anzi uno o due giorni prima che otto o dieci giorni dopo, come succede da tempo! Stando fuori casa ….. Ancora grazie e cari saluti Letizia

 

30.9.1929

Caro papà, ti ringrazio per la donna. Speriamo! Grazie per il galletto. Maricchia dimenticò le sei uova a Montedoro! Avrei bisogno di due piatti bianchi copputi (da minestra) e uno bianco piano. Tre mi sono stati rubati, e altri due me li hanno rotti adesso i gatti della signora. Se tu potessi mandarmi questi tre piatti, come pure un po' di limoni, con Paruzzo o Paruzzeddu mi faresti piacere, e risparmio, perché qui tutto costa un diavolo.

Grazie Letizia

Palermo 18 agosto 1930

Caro papà, ti ringrazio molto per le 250 lire avute ieri da Onofrio. O meglio: egli me ne ha date 250 che sono la provvidenza fino al 31 agosto. E le altre 250 le ha trattenute in cauzione per rendermi il gioiello. Vuol dire che il 1° settembre se non ricevo la nuova mesata, dovrò, per avere del denaro da lui, (250) ridargli il gioiello. Te lo dico fin d'ora per saperlo, e spero che potrai risparmiare questo sia ad Onofrio sia a me. Sarebbe un sollievo avergli reso almeno queste 250 di quante ne ha apprestate per me.

Letizia

e per finire…..

Conto di Letizia stilato dal padre Eugenio

A completare lire 1000 al mese, l'8 gennaio Letizia restava ad avere lire 100.

Io gliene ho spese 200 (ho il conto) e gliene ho fatto mandare 700; totale lire 900. Meno le 100 che appartengono al mese precedente, fanno lire 800 che Letizia ha avuto dall'8 gennaio all'8 febbraio; restava dunque ad avere lire 200 a completare le solite lire 1000. E questo mese ha avuto più spese del solito. Perciò prima di partire io feci un telegramma alla zia Giulia, chiedendole di mandare a Letizia altre 300 lire. Di queste 300, lire 200 completano le lire 1000 sino all'8 febbraio.

Dunque, dopo l'8 febbraio Letizia ha solamente lire 100, e probabilmente molto meno, perché questo mese ha pagato medici, medicine, telegrammi, carrozze di medici, etc. etc. etc.

 

Letizia a Venezia e a Milano

 

Milano 7.2.1925

Presso Carlassare, Corso Indipendenza,26

Caro Papà, spero che ricevesti una mia cartolina da Padova, e la zia Giulia una da Venezia. Ivi dovetti aspettare dodici giorni per avere una risposta dalla "Società del Quartetto". E guai se me ne fossi andata. Dovevo star lì a telefonare, scrivere lettere, vedere persone e battere insomma il ferro mentre era caldo. Infine hanno accettato il mio Concerto alla Società del Quartetto ch'è una delle migliori d'Italia. Sarò dunque ben pagata. Ora siamo in trattative per il programma. Fanno gli schifittosi e a te darebbero sui nervi perché vogliono troppa musica moderna. Non sarà prima della 2^ metà di febbraio. Tante fatiche e tanto ritardo anche a Venezia sai perché? Proprio per quella cartolina di Fusinato che rimase per più d'un mese nel tuo armadio o sulla tua scrivania a Montedoro. Non te ne faccio rimprovero, capisco che tu con tanti pensieri non possa pensare alla mia posta. La prima colpa fu di Don Turi (Baruni, il portalettere) al quale avevo lasciato istruzione d'inviarmi tutto a Catania. Te lo dico per spiegarti un po' questi ritardi. Se io avessi risposto subito a quella cartolina avrei trovato posto nella stagione del !Quartetto". Scrivendo quando lo feci trovai invece il programma già pieno, ed è per un puro caso che ho trovato posto, perché avevano sconchiuso un concerto. Per mio conto non mi fu possibile fare nulla perché a Venezia non esiste un impresario da concerti!

A Padova ho pure combinato per il febbraio, attendo di sapere la data.

A Verona ove mi sono fatta sentire dal Cav. De Marchesetti, presidente degli "Amici della musica" sono rimasti entusiasti, e avrò sicuramente un buon concerto, ma non prima di aprile, perché solo allora avranno una sala propria!!

Intanto il De Marchesetti va a Bordighera in questi giorni, e vedrà di combinarmi un concerto subito lì. Appena dato il 1° concerto sarò in salvo. E' questa attesa che mi esaurisce. Chi l'avrebbe potuto prevedere?

Sono di nuovo alla Protezione della Giovane in Via Commenda,41. Do l'indirizzo presso Carlassare (l'ultima direttrice di Lucciola, V.f.s.) perché mi sembra più sicuro per la posta. Ma dalla Carlassare io non posso nemmeno varcare la soglia di casa (la posta la ritiro all'ufficio, ne hanno uno grandioso, uso Londra). Altro che l'ospitalità su cui contavo! La Carlassare ne è desolata, ma che fare? Ha la bambina gravissima colla nefrite da sette mesi. E questa bambina non vuol vedere nessuno, e non permette alla madre di staccarsi un momento da lei. Ergo, io non posso vedere nemmeno un momento quella che mi doveva ospitare ed essere il mio maggiore aiuto a Milano. Con tutto ciò darò il mio concerto qui, ove sono ben presentata, ma dovrò lavorare. Potresti inviarmi una seconda ed ultima manna di lire 150? Ti confesso che lire 100 andranno subito alla Superiora di Notre Dame de Sion a Trieste, dalla quale me le feci inviare mentre ero a Venezia, e che me le prestò subito, e con tanta bontà. Ma pensa tu alle spese di 12 giorni a Venezia, e tre a Verona. Per quanto fossi dalle mie buone Canossiane che mi fanno prezzi di favore. E pensa ai viaggi. Ora mi brucia ogni giorno che passa senza rendere a quella Superiora, appunto perché lo fece con tanta fiducia. Alleviami, se puoi, questo peso. E colle 50 mi aiuterò a tirare avanti fino al primo sospirato concerto. Ti ho chiesto due volte se fu vinta la causa del 25 Novembre. Non mi scoraggio e te lo chiedo una 3^ volta! Spero che tu e la zia Giulia stiate bene e non faccia freddo. Qui si gela e c'è la nebbia come a Londra. E l'amoruccetta mia è sempre sana e salva? Parlo della mia Orsetta. E il Titiddo, chissà come si è fatto pacchionello! Farà già l'intraprendente con le gatte! Io lo chiamavo minuettino in memoria della povera nonna, ma anche Titiddo sta bene, e poi è segno di nobiltà avere più nomi.

A Venezia trovai in un "Campo", ossia piazza, un amore di gattina nera abbandonata, e la portai a Padova da quei Marzolo di cui conoscesti un parente. E' l'asilo degli animali abbandonati. Curano financo i piccioni feriti del tiro a segno!! E così le fecero una gran festa. Grazie, attendo, e tante cose a tutti, compreso Turco. Letizia