SUL GELSO

Come puoi dimenticare l'abbraccio
su quel tronco nodoso! Ricordi?
Eravamo saliti per cogliere i rossi gelsi,
quel mattino d'agosto.
Io quasi in cima e tu, sotto,
tenevi quel secchio già colmo di frutti odorosi.
Il tuo braccio di rosso grondante baciai, e tu,
sollevando il tuo agile corpo sul ramo tremante
un tenero bacio mi desti, rosso d'amore.
Avvinghiati restammo, carezzati da tenera brezza
che i rami cullava, e le foglie, ed i frutti, e noi tutti,
ascoltando il sospiro lento del vento.
Estasiati e leggeri volavamo, già alti,
sul prato di rossi papaveri,
come api sul rosmarino odoroso,
inebriate le nari da origano e timo.
Un volo infinito, gli occhi socchiusi,
le palpebre un fremito di ali sospese nel nulla.
Lontano, lontano dal mondo,
nel cielo cullati da nubi sottili e gentili,
su valli e colline giallastre di spighe.
Il risveglio fu dolce, un sorriso addolciva il tuo viso,
punteggiato di rosso, anche il mio.
La corsa alla fonte, i vapori di zolfo, il ritorno alla vita.
Come puoi dimenticare, quel gelso amoroso!