FEDERICO MESSANA       poesie, racconti ed altro......     
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Raccomandazioni di Eugenio a Loulou

Palermo 15 settembre 1895

Mia cara Loulou,

Le tue cartoline che mi hanno fatto conoscere i tuoi disturbi nella salute mi hanno messo sopra pensiero grandemente. Non so davvero cosa pensare della perdita di sangue e di ciò che può averlo provocato; in ogni modo benché la tua seconda cartolina è alquanto rassicurante pure io non cesso dal raccomandarti ogni maggiore precauzione perché non si rinnovelli più un tal fatto che potrebbe avere delle serie e spiacevoli conseguenze. Procura di rimanere più tranquilla che puoi, far movimenti modestissimi e sottostare a nessuno strapazzo corporale.

Se fin qui non hai più seguito la cura del Conte Mattei ora mi pare più che mai il caso di non trascurarla. Ti ricordo che è il canceroso n.1 che ti è stato prescritto, un globulo sciolto in due litri d'acqua e berne due cucchiaini più spesso possibile.

Farai sciogliere un globulo di detto medicamento con un poco d'acqua in un bicchiere qualunque purché pulito, e quindi ne verserai il contenuto in quel vaso col manico rotto, e colmando questo d'acqua e mescolandola bene girando sempre dallo stesso verso con un cucchiaio pulito; avrai ottenuto la tua preparazione perché appunto quel vaso colmo contiene due litri. Per maggiore tua comodità potrai riempire un bicchiere con l'acqua già preparata in quel vaso dal manico rotto, e servirtene per berla con un cucchiaino il più sovente possibile. Farai tu tutto ciò? Se tieni alla tua salute non dovresti indugiare un momento!

Non divido l'idea di Ammirati che tu sia incinta di soli 3 mesi e mezzo; io credo di più, in ogni modo seguita senza tralasciarla neppure per un giorno la suddetta cura ed all'epoca del parto, se io non potrò esservi, invece che in due litri piglierai il canceroso n. 1 sciolto in un solo bicchiere d'acqua conformemente alla prescrizione del Conte Mattei.

Meno male che hai trovato in Charlie un simpatico aiuto e ti ha fatto compagnia perfino di notte; essa è veramente molto gentile e la sua amabilità che fa tanto contrasto è veramente preziosa; bisogna mostrarsene sensibile.

Sento che Papà è arrivato, quando potrai senza stancarti mi scriverai ragguagliandomi di tutto.

Io non ho nulla di nuovo da dirti e vivo in una continua incertezza ed agitazione penosa oltre ogni limite.

Si parla molto vagamente di una gabella di alcune terre nostre a zolfare che piglierebbe forse Montagna, ma condizione sin qua non è un anticipo o prestito che si chiede al medesimo di lire diecimila per ciascuno a Giulia ed a me. Non si sa ancora se Montagna sia disposto ad uscire denari, in ogni modo le difficoltà sono immense, quasi insormontabili e fra queste l'opposizione di Cesare a quello affare. Vedremo, se riuscissimo potremmo respirare un pochino, ma non spero molto.

Se avrò notizie sul riguardo te le comunicherò, per ora mi fermo e torno a raccomandarti di seguire la cura ed averti il massimo riguardo. Baci molti con tutti i bambini. Tuo sempre Eugenio

 

Eugenio sulla Re Umberto

 

Palermo 13 settembre 1895

Mia cara Loulou,

poche parole in fretta perché sto per recarmi a bordo della Re Umberto ancorata qui in rada insieme ad altre navi da guerra e vi vado in compagnia di Di Giorgi ed altri conoscenti. Ho ricevuto dianzi la tua raccomandata con gli acclusi conti di Whitworth a cui ho dato una scorsa e per cui domani ti scriverò distesamente. In qualunque modo bisogna insistere per le nuove gearcase,s per cui sono disposto occorrendo a pagare un'aggiunta o extra di 10 scellini per ciascuna.

Mi compiaccio della tua guarigione, ma bisogna che tu abbia di te molti riguardi e che non trascuri la cura del canceroso!

Oggi o domani ti sarà rimessa la spilla che ti avverto non è riuscita secondo il mio desiderio, ma che può portarsi.

Aspetto pel 24 Giulia che verrà con la cugina Caico e forse sarà accompagnata da Federico; vedremo quello che nascerà dalla riunione di tutti noi qui.

Nessuna lettera ancora da Lina e Giulia! Ti abbraccio con tutti i bambini e baci più particolarmente ai due piccini Federico e Letizia. Tuo sempre Eugenio

 

 

Eugenio e Cesare traducono una lettera

(per essere pubblicata dal Giornale di Sicilia)

 

Palermo 19 settembre 1895

Mia carissima Loulou,

………… L'altro giorno fui a visitare la Re Umberto che mi lasciò una bella impressione. E' potente e splendida sotto ogni aspetto. Io che ne ho vedute delle navi da guerra e di ogni nazione, ti posso dire che queste ultime italiane lasciano indietro e di gran lunga tutte le altre forestiere.

Ho avuto nelle mani la tua broche e siccome non mi piacevano certe rotondità nelle sue linee vi stanno facendo delle leggere spianature e faccettature che, come spero, la renderanno un po' soddisfacente; così penso che domani ti potrà essere spedita.

Ieri sera fummo da Guarino con Cesare sino alle 11. Ci siamo occupati della correzione d'una traduzione di una lettera di Ciprì indirizzata in francese a Cesare otto anni addietro, e che fra non molto speriamo sarà pubblicata nel Giornale di Sicilia. Detta lettera alquanto lunga, tratta della questione zolfifera ed a causa dello stile tutto particolare di Ciprì ci ha dato non poco da fare. Sono andato fin anche a consultare i quattro immensi volumi del Dizionario di Littré nella Biblioteca Nazionale di qui e non ho potuto trovare le due parole seguenti: fumisterie e l'aggettivo venards. Fumisterie, parola di gergo ma spesso usata nel linguaggio parlato, la conoscevo abbastanza ed ho creduto opportuno tradurla con "ciarlataneria". Infatti in una frase si parla di certo fatto che Ciprì qualifica di "fumisterie commerciale", ed io ho tradotto in "ciarlataneria commerciale".

La parola venards davvero che no l'ho mai intesa nominare, né posso arrivare neppure lontanamente a comprendere quello che voglia significare. Parlando delle piriti, che secondo Ciprì sono la causa vera reale ed unica dello avvilimento dello zolfo, in un certo punto le chiama "pirites venards!". Sai nulla intorno al significato di questa parola "venards" che non esiste neppure nel Dizionario del Littré?

Ti ho scritto di ciò non per farti affaticare, credendo piuttosto farti distrarre; quindi se vuoi rispondere a quanto sopra ti prego di non mettere mano a penna, ma solamente di dettare a Giulia quel poco che credi di dirmi ed anche niente se le tue forze non permettono.

Abbiti dunque ogni riguardo, stai lieta e pensa unicamente a guarire e fortificarti completamente.

Se ti piacerebbe avere savoiardi o altro più di tuo gusto scrivimelo o fammelo scrivere. Ti abbraccio fortemente,

Tuo sempre Eugenio

 

 

Sfuriate (inane!) di Eugenio

 

Palermo 24 settembre 1895

Mia carissima Loulou,

sei stata un po' cattiva nel dirmi che le macchine m'interessano più delle tue notizie! Io la piglio naturalmente per scherzo e tiro avanti.

Non posso dirti quanto sono impensierito pel tuo stato e mi rodo d'impazienza per non essere costà, e fare per te tutto quello che io solo mi sento capace di fare in tale occasione.

In ogni modo, voglio sperare che quando riceverai questa mia il tuo stato di salute se non rimesso completamente sarà assai migliorato.

Ieri non potei trovare il tempo di scriverti per come desideravo, perché occupato nella spedizione della broche che è già un fatto compiuto e nel correre dietro a Guarino per conferire con lui di affari che mi interessano assai.

Non capisco nulla del tuo male e degli strani sintomi che lo accompagnano; desidero che tu ti serva unicamente di Ammirati e non adibisca in alcun modo e meno ancora dia loro ascolto ai novellini scienziati moderni. In quanto a cura s'intende, non devi seguire che quella di Mattei già prescritta o altra nuova che dopo che gli avrai scritto sarà per indicarti, ma devi seguirla senza mancare, metodicamente, scrupolosamente. Né Boggio, né Rosa, né altri devono menomamente immischiarsi della tua salute. E vorrei tanto essere costà per averli in tutti i modi lontani anche materialmente! Spero che mi avrai capito e benché io non sia presente tu avrai la forza bastante per fare come ti dico. Per non pensare che alla tua salute solamente, il resto verrà poi.

Se non ti dispiace, come argomento di distrazione, ti parlerò un poco delle macchine ……

Ricevendo la broche ti raccomando prima di mettere mano a penna e firmare il registro che ti rimetterà credo Aventino, di esaminare attentamente le scatole esternamente ed accertarti che non sia stato rimosso alcun suggello o che vi sia rottura di sorta nella carta; in una parola che il pacco, per usare la parola burocratica, non si trovi scondizionato e quindi non sia stata sottratta la spilla, mentre dopo avere apposto la tua firma sul registro non si ha alcun diritto di reclamare in nessun modo; fai bene attenzione a ciò dunque.

Giulia mi telegrafa che sarà qui con Federico venerdì o sabato, vedremo quello che ne passerà. Ieri ebbi una violentissima discussione con Cesare, gli tenni testa trionfalmente, ma ne uscii dopo circa tre ore di parlare estremamente esaurito di forze, e disgustato oltre ogni dire!

Per ora non ti preoccupare veramente d'altro che del tuo stato e pensa che io non mi arrabatto che voi altri; e non mi darò posa finché in qualunque siasi modo e con tutte le insormontabili difficoltà, io non sia riuscito a qualche cosa, oppure io e tutti gli altri di qui non saremo andati all'inferno!

Per ora non posso dirti nulla di preciso di tutto quello che penso e che farò, ma se vigliaccamente non sono secondato come ne ho il diritto il più legittimo, il più santo, oppure sarò ostacolato nei miei intenti più sacrosanti, da coloro che mi devono tutto, spero che se non altro troverò la forza sufficiente per riversare sopra di loro tutto l'inferno che ho nella mente e nel cuore, e travolgerli nell'abisso da loro a me preparato; per modo che ne sia perfino dispersa e cancellata la loro memoria, piena di onta e di orrore! Vedremo! Forse che dopo tutto le cose andranno per il meglio.

Che fanno cotesti poveri bambini? Quando potrai, dammi qualche notizia di loro dettagliata. Quanto mi mancano, come vorrei rivederli!

Procura di stare di buon animo, non fare troppo attenzione alle mie inane sfuriate, frutto d'uno stato dell'animo che forse sarà fugace, guarisciti e ricordati di chi non fa che avervi tutti nella mente e nel cuore incessantemente. Tuo sempre Eugenio


Complimenti a Loulou

Palermo 15 settembre 1895

Mia cara Loulou,

Cesare rimase soddisfatto delle tue spiegazioni sulla parola "venards", ed io te ne faccio i miei complimenti e mi sento riempire d'un certo sentimento che non voglio dirti nel saperti fornita di non poche conoscenze letterarie, e vederti con esse brillare quando l'occasione se ne presenta.

La lode che ti faccio sebbene informe, non è stiracchiata, è sincera e sono sicuro di quello che dico.

Curati, risanati e stai di buon animo che forse potremo avere giorni migliori.

           Baci molti e molti insieme ai bambini. Tuo sempre Eugenio

 

 

Le angustie di Eugenio

Palermo 8 ottobre 1895

                  Mia cara Loulou,

Ho la tua del 5 novembre corrente con l'acclusa. Non è con tali lettere fredde, stiracchiate, artificiose che si rimedia al male fatto, che si smorza la penosa sensazione ingenerata negli altri! Non è con tali lettere infime che si cancellano torti di quel genere! E' inutile dissimularlo, un abisso divide noi da quella belva, non dico altro!

Procura intanto che i bambini tutti abbiano il minore contatto possibile. Credo che Charlie ha avuto conoscenza di quell'accaduto e spero che mi racconterai le sue impressioni. Mi dispiace la trepidazione in cui intorno ad Eva, io credo che a quest'ora avete avuto sue notizie buone, anzi sarà già arrivata costì. Di ciò ne sono sicuro e non mancherai di confermarmelo.

Aspetto notizie da Montedoro, voglia Iddio che siano in qualche modo favorevoli.

Se puoi manda le mie camicie alla Pollaci, mi faresti piacere. Non mi parli più del tuo stato di salute; dammi notizie incessanti di esso e non farmi rimanere un giorno senza averne che ciò è assai penosissimo per me. E Giuliettina mia non vuole ricordarsi di me e scrivermi? A Linuccia cara risponderò appena sarò un po' più calmo.

Ti lascio per oggi con baci e tenerezze infinite insieme ai bambini cari.

Tuo per sempre Eugenio.

 

E la sua disperazione e maledizioni …

 

              Palermo 3 novembre 1895

Mia cara Loulou,

Non posso dirti quanto sono sconfortato, scombussolato! E di tutto ciò sono causa i così detti miei fratelli che dopo aver abusato così indegnamente, mostruosamente della mia bontà, del mio disinteresse, della mia generosità, dopo avermi distrutta la splendida posizione lasciatami da mio Padre e ridottomi nella più misera e triste delle condizioni, dopo avermi infine rovinato senza alcun riguardo ed irremissibilmente, osano, ora, senza pudore alcuno, negano perfino la milionesima parte di ciò che mi devono! Io mi sento d'impazzire! Io mi sono lagnato e mi lagno a ragione, come te ne lagni tu stessa del cinismo di tuo padre, ma ti assicuro che questo dei miei fratelli non la cede a quello di tuo padre! Anzi è ben più grave perché i miei fratelli hanno verso di me obblighi infiniti ed io ho avuto affetto e tenerezza vera per loro, a tal punto da trascurare spesso le mie afflizioni per commuovermi delle loro, e fare per essi più di quanto era presumibile in un fratello vittima del loro agire inqualificabile.

Ieri sera vidi Beniamino che mi consiglia la prudenza, che nel caso mio è proprio quella di cui parla Giusti, "la virtù del ciuco", pur riconoscendo gli immensi torti dei miei fratelli e la santità delle mie infinite ragioni.

Questa sera arrivano Giulia e Federico. Procurerò di mantenermi calmo il più possibile, ma non posso dirti l'inferno che ho nell'animo e nella mente.

Ma da questo dilemma non se n'esce: o dovrò mettermi in lotta e venire anche alle violenze coi miei fratelli, cosa non conforme all'indole mia mite e che mi ripugna troppo, o devo abbandonare completamente il campo a loro!

Forse per amor vostro, nell'interesse futuro di cotesti bambini, dovrò purtroppo appigliarmi al secondo partito, il che significherà l'inasprimento, se è possibile, delle nostre angustie, la distruzione mia morale e fisica. Infatti non potendo più venire a Bordighera per la penuria dei mezzi, né potendo più qui rimanere così avvilito ed impossibilitato a fare alcunché di giovevole a voi ed a me, sarò costretto a fuggire lontano ove non sarò conosciuto da alcuno ed ove potrò sperare di fare qualcosa per vivere, se mi sarà possibile, senza essere fatto segno alla commiserazione, che dico, alla irrisione di coloro che mi hanno conosciuto in una migliore condizione. Forse, se questo mio sacrificio, non si risolve in una delusione per i nostri figli, indurrà i detti miei fratelli se non vorranno essere umani, ad essere meno crudeli.

Come tu vedi la prospettiva di rimanere separati forse per anni, e di non abbracciare più i miei cari bambini, si delinea chiaramente e ti lascio immaginare quello che deve essere di tumulto e scompiglio dentro di me. E dopo ciò si pretende dai detti fratelli che io non parli, che io non mi lamenti neppure! Ma se esiste veramente un Dio, una giustizia, e una equa e provvida forza misteriosa come si voglia chiara nella creazione, le maledizioni, prima quella di nostra Madre, e ne posso far fede non gliene risparmio, poscia le mie e nell'avvenire quelle dei nostri figli, non mancheranno di colpirli!

Mi pento di avere detto ciò perché non è il Dio vendicativo ed implacabile che io ho veramente invocato ed invoco, è il Dio della giustizia, è quello protettore degli oppressi, dei deboli, è quello che fin dalla tenera età ci è stato inculcato essere pieno di carità e d'amore; questo è il Dio ed il solo a cui faccio appello.

Sono forse troppo ingenuo nel pensare e dire ciò? Io non chiedo ai miei fratelli che una minima parte di quella grandissima che essi mi devono e so che non potrò mai più riavere, io non chiedo loro e nel modo più sommesso che quel tanto per poter far vivere assai, troppo modestamente la mia famiglia! Non sono esigente, mi pare! Non so come finirà! Ripeto, io ho l'inferno dentro di me.

Non mi sento di dirti altro per oggi. Ricordi e tenerezze molte a te ed ai bambini tutti. Tuo per sempre Eugenio