FEDERICO MESSANA       poesie, racconti ed altro......     
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Lina si converte e fa la comunione

 

16 aprile 1933

Cara Letizia, ti do una notizia che spero ti farà contenta. Oggi Laura ed io insieme ci siamo fatte la comunione nella chiesa cattolica. E, credi pure, che se non avessimo vissuto insieme non saremmo giunte a questo. Credi pure che non è un male per le anime nostre stare insieme, ma un bene, poiché è attraverso questo che io sono giunta a decidermi di entrare completamente nella chiesa cattolica.

A te sembrerà che manco di fervore, per il modo in cui ne parlo. Ma non so dirti di più, almeno per ora; forse sono un po' vecchia e stanca, bisogna contentarsi di come sono.

Sto meglio con la lombaggine, e quando chiude la scuola conto venire a Montedoro ad aggiustarmi la casa. Spero che stai bene, e di tutto cuore ti auguro la buona Pasqua, e ti mando un bacio. La tua aff.ma Lina

 

Lina scrive al padre da Londra

(Torna a Montedoro solo se Giulia va via…..)

London 12 settembre 1906

Caro papà,

Bisogna proprio che ti scriva, per parlarti di me, e di Giulia! In quanto a me, desidero tanto tornare finalmente a casa; è da tanto, tanto tempo che sono lontana! Un'unica cosa me ne distoglie: il pensiero di dovere vivere con Giulia; per lettera siamo amicissime, ma se tornassimo ad essere assieme….. torneremmo a fare la vita d'una volta; siamo troppo diverse per vivere d'accordo! La soluzione di ciò sarebbe che Giulia partisse quando io ritorno. Eppure, se pensassi che fosse un bene per Giulia starsene là, avrei pazienza, me ne starei qui senza pensare di tornare. Ma invece sono persuasa sempre più che Giulia a stare a casa sta andando di male in peggio! Io temo veramente che se non ci si pensa a tempo un giorno sarà troppo tardi, e lo squilibrio mentale di Giulia si accentuerà sino a divenire pazzia. Oh, se si potesse farla andare lontano, altrove, ove fra gente estranea e fra molte occupazioni potesse distrarsi, dimenticare, fare una vita ottima, invece di chiudersi in sé, e darsi sempre più in preda a idee nere, a vivere in perpetua irritazione e disapprovazione di ciò che la circonda. Per lei, è come vivere in prigione; è inutile discutere se ha ragione o ha torto, poiché lo stabilire ciò non cambia niente; fatto sta che a star lì Giulia si rovina sempre di più. Se qualcuno la potesse persuadere a partire! So che questa era la tua idea, e perciò voglio parlartene, perché riconoscendone la giustezza, forse meglio d'altri riusciresti a persuaderla.

Io credo che non sarà poi tanto difficile, perché lo sto provando anch'io. Naturalmente la questione sarebbe, dove andrebbe? Ma ci sono tanti posti dove la prenderebbero "au pair", se si facessero ricerche…. Mammà potrebbe scrivere a Muston, sono a Genova, o ad altri posti, o alla "Union des amies de la jeune fille….? Non ci sarebbe bisogno d'andare poi tanto lontano! In Svizzera sarebbe bello; o magari in Italia… Nelle valli Valdesi, per esempio?

La signora K. ogni volta che parliamo di Giulia dice, ma perché non parte, ma perché non la fanno partire, etc. Essa stessa però dice sempre che sarebbe una sciocchezza andare in Inghilterra; non è assolutamente posto per Giulia, non si potrebbe assuefare alle abitudini inglesi, non si ritroverebbe punto. E del resto da chi andrebbe? La signora K. non la vorrebbe qui, perché fra poco la sua casa sarà tutta piena di persone occupate in questa parish. E poi, che spesa sarebbe! Già abbastanza sarà la spesa del mio ritorno.

Come sarebbe se tornassi dopo Natale? Ciò darebbe il tempo di preparare tanto la mia partenza quanto quella di Giulia. Fa leggere questa mia a mammà, perché anch'essa si cooperi a parlarne a Giulia, ed a scrivere per trovare ove essa potrebbe andare. Se ella partisse, io tornerei con tanto piacere! E, del resto, per quanto mammà mi dica che siete d'opinione che son più felice in Inghilterra, sono sicura che se deciderò di tornare sarete contenti d'avermi di nuovo! Ma è inutile, se Giulia non parte io non posso tornare. Spero adesso stai bene. Federico è, come al solito in giardino, a giocare a cricket con altri ragazzi. Prima di tornare a scuola andrà un giorno a Londra, ad una riunione dei ragazzi che erano con lui al camp: cotesto camp è sempre una bella spesa per la signora K., ma lo vale davvero per il piacere che da a Federico. Pare impossibile che egli stia per compiere diciassette anni! Non gliene si darebbe più di 14 o 15 al massimo. Quanto danno ha fatto queste vacanze con palle o pietre, con le quali gioca fuori o in casa, magari. Ha rotto un vetro e anche un bicchiere, una catinella, ha demolito conduttura d'acqua arrampicandosi sul tetto in cerca d'una palla, ed altre cose; ma la signora K. è abbastanza indulgente con lui. Già, in Inghilterra lo considerano inevitabile che i ragazzi rovinino la roba!

E poi o rompe o perde la palla, ed allora viene a chiedermi 6 pence per comprarne una nuova! Veramente, da quando sono qua, non ho quasi speso altro che per lui; andata al giardino zoologico, a vedere vari match di cricket, gita in bicicletta, e molte altre cose simili. E in Inghilterra la minima cosa è 6 pence, quando non è 1 scellino! Un ragazzo, minore di Federico, nipote della signora K., è stato qui per alcuni giorni. Domani credo ne verrà un altro.

Spero che prenderete in seria considerazione la partenza di Giulia; sarà una cosa buona per tutti; per lei principalmente, ma anche per gli altri. E non ti pare che sarà bello ch'io sia a casa di nuovo?

Chissà com'è cresciuta Letizia! Come saremo contente di ritrovarci insieme. Ora qui comincia il freddo! Se tornassi, e restassimo l'inverno prossimo a Montedoro, io vorrei tanto avere la camera che aveva Daino, l'aggiusterei a modo mio e sarei proprio contenta di restare a Montedoro - se Giulia partisse.

Non ho altro da raccontare, e mi fermo. Spero che tu e mammà risponderete presto a questa lettera.

Tua aff.ma Lina