FEDERICO MESSANA       poesie, racconti ed altro......     
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                    Louise parla di Lina, Letizia, Federico

 

Montedoro 5 maggio 1914

             Cara Letizia,

ho ricevuto la lunga lettera di Lina con la descrizione del concerto di Vecsy che dovrò leggere ad alta voce a P. (Papà?) e allo zio Federico appena ci sarà il momento opportuno. Che piacere ha dovuto essere per Lina! Appena l'avrò letta a quei due, la manderò a Sofia. Ebbi ieri una cartolina di Lina i cui esami scritti erano andati benissimo, si preoccupava per gli orali. Io le ho scritto che si preoccupava troppo, e che se si rimetterà a parlare e chiacchierare, scrivendosi della grande cultura che ha, anche quelli andranno bene. Lo sbaglio di Dante nella poesia l'ho fatto io, sognandomi non so perché d'inserirlo sul verso quando feci la copia per Sofia. Ma nella copia mandata a Graziella l'avevo già corretto io, come errore del copista, insieme al "pria" del penultimo verso (invece di pia), ma questo fu per sbaglio di Sofia. Farò l'esame grafologico appena potrò. Sì, Annita intende fare l'avvocatessa! Poi vedremo, perché per ora è il cervellino più vuoto ch'io abbia mai conosciuto, ma ha una parlantina fluente che agli occhi superficiali colma tutti i vuoti! E come si veste! Sembra una distinta "cocotte".

Ho mandato la cartolina doppia di Montedoro a miss Sommerset ed anche una a miss Stanley, non l'anno ricevute? La spedii lo stesso giorno che scrissi a miss Noble e alla sig.ra Kcene, con un biglietto per te. Ma quella di Montedoro con la neve non sono riuscita ancora a prepararla per Jolanda. Se tu sapessi che vasta corrispondenza devo sostenere attualmente con quello di Bari, Treves, ed altri, senza la quale non conchiuderei nulla! Forse Treves m'incaricherà di tradurgli la sua "Guida di Napoli", ho chiesto 400 lire, e 5 mesi di tempo. Forse prima m'incaricherà di tradurre il libro di Hardy.

Ho pure spedito a Hachette la mia descrizione del Giovedì Santo a Caltanissetta illustrata con la relativa cartolina. Perciò aspetto risposte da tutti i lati.

Ora ti devo dire che Lo Forte mi mandò il suo libro sulla "Superfemina abbruzzese"(!) con poche parole dicendomi che tu gliel'avevi richiesto, ma che lui preferiva mandarlo a me perché possa io, dopo lettolo, giudicare s'era conveniente oppure no, fartelo leggere. Fu … che mi portò dalla posta il libro e la cartolina, la quale, naturalmente, egli lesse attentamente. Ciò lo incuriosì a leggere il libro, e lo lesse. E con quel timorismo stupido dei libri dove si parla chiaro che lo rende spesso ridicolo, mi ha raccomandato di non mandartelo, per causa di certe citazioni pornografiche degli scritti di D'Annunzio. Perciò ora non potrei spedirtelo senza avere una scenata. Ma faremo così. Quando partirò, e lui non ci penserà più, lo metterò nel mio baule.

Il prete di Caltanissetta, col quale Federico ha una polemica sull'esistenza di Dio, manca completamente d'intelligenza e di coltura, per cui le sue lettere, lunghe 56 pagine (formato protocollo!) riescono noiose e stucchevoli. Che dire poi della diffusa e prolissa risposta di Federico (100 pagine formato protocollo!) che si ripete troppo, e cita pagine intere di Flammarion! Ed io ho il "privilegio" di aver fatto ad alta voce lettura di tutta questa roba! Federico si distrae a questo modo, e dimentica ogni tanto lo scoraggiamento che lo deprime nell'impazienza che d'una qualche chiamata di quegli inglesi. Ma la Giunta Provinciale Amministrativa di Catania non ha ancora approvato il contratto, come possono incominciare i lavori del porto? Intanto, avrei tanto desiderato sistemarlo prima di ripartire!

Il giorno 25 marzo mandai alla sig.ra Bartlett una lunga lettera, e con la scusa che le accludevo la novena stampata del mio libro, raccomandai la lettura. Non ha mai risposto. E Federico guai, s'irrita perché io non voglio tornare a scrivere per insistere. Non voglio diventare molesta e guastare tutto. Penso scrivere a Fasanaro per chiedergli a quale punto sono le pratiche. A proposito, Lo Forte mi disse di chiederti come avevi saputo del suo libro contro D'Annunzio, dal momento che è appena pubblicato, e che in Inghilterra ne mandò una copia sola, alla Westminster Gazette. Ti ho spedito altre due riviste teosofiche. Contengono bellissime illustrazioni, ed articoli più belli ancora, me le conserverai. Son ben grata a Ceruciato che me le manda!

Il sig. Brosoni mi ha risposto che "Ines è sul mare col capitano, e Glady è stabilita a Milano", perciò rispondendogli ho insistito che volevi l'indirizzo almeno di Glady.

Ti accludo la copia d'una lettera di Nino Petix scritta 73 anni fa, per la nascita dello zio Federico. Riderai! P. (Papà?) parla di partire per farsi operare subito dopo la festa di S. Giuseppe che avrà luogo sabato e domenica ora. Per cui spero che la settimana prossima saremo a Caltanissetta. Rispondimi su tutto.

Tua mamma L.C. (Louise Caico)

 

Strani rimproveri a Louise

 

              Gentilissima signora Louise,

Le mando per la sua villanella due libretti di poesie, ché, a pare mio, sono i soli che a lei si convengano, contenendo una materia da tutti conosciuta, svolta in metri chiusi, che sono facilmente da tutti sentiti. Mandarle la poesia filosofica come quella di "Terra", o poesie in metri latini come quelle dei "Bozzetti lirici", mi parrebbe mal fatto.

Mi duole di non averla vista prima della sua partenza, ma ci rivedremo nel prossimo novembre, le cui frescure mi richiameranno certo alle vecchie abitudini di andare in giro per le case degli amici. E intanto le faccio osservare, per non lasciare almeno senza risposta i suoi discorsi, che il modo di passare il tempo, che usa lei, non che parermi assai diverso, mi pare invece conforme in tutto a quello dei Montedoresi, perché l'uno e l'altro si risolvono in un semplice far niente: e il suo niente mi pare che sia anche più niente di quello degli altri suoi vicini, perché non si hanno posto neppure occupazioni puramente materiali.

Certo è, in ogni modo, che l'ozio non ha mai ricevuto più lunghi e più sinceri inneggiamenti dei suoi, e s'accomodi pure e faccia a suo modo.

La prego di porgere i miei saluti alla piccola Letizia, piccola voglia o non voglia, e a lei stringo cordialmente la mano con molti ossequi.

G.A. Pintacuda