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                     M O N T E D O R O

                              La corsa all'oro giallo


                                        

 

   NICOLO' giuoca a lu "SPIRLICCHIU"

                   

 

       ALTRE MOSTRE DI AGOSTINO TULUMELLO  

 Esposizione Arte Contemporanea Castello Chiaramonte "Scotch" 
       

 
Esposizione di Bologna La Scuderia, con immagini di Luigi Ontani e Achille Bonito Oliva

        

                                                                                          

   ARCHEOLOGIA A MONTEDORO
              
di Calogero Messana

                   

 

 

                                           UNA STRANA MELODIA

Da sempre, il suono delle campane ha regolato e cadenzato il ritmo della giornata: per chiamare a raccolta gli abitanti del villaggio a contrastare l'avvicinarsi del nemico o per invitare i fedeli in chiesa. L'invenzione, poi, dell'orologio da torre, ha contribuito ulteriormente a regolare il ritmo della giornata, diffondendo nell'etere il suono delle ore, dei quarti, del mezzogiorno e della mezzanotte. Ma anche suoni e melodie particolari come "ciccanninu" o le "venti ore" che, in base alla stagione, secondo la tradizione medievale, cadevano intorno alle ore sedici attuali. 

A San Cataldo esistevano due orologi da torre (purtroppo sostituiti da altrettanti orologi elettrici) sistemati uno sulla Torre Civica ed un altro sul campanile della chiesa del Rosario.  Questi due orologi, come raccontano i sancataldesi, alle otto del mattino emettevano in sincronia una melodia particolare detta "l'urtima chiamata di li lagnusi". Invitavano, cioè, i lazzaroni ritardatari a recarsi al lavoro. 
Il primo sembrava ritmare:       "
Va-ga-bbu-nnu, va 'ttra-va-glia...!".  
Mentre il secondo rispondeva: "
Va-cci tu, ca 'mia m'ann-oia....!".

Chissà quanti altri ricordi e storielle divertenti si stanno perdendo da quando l'elettronica ha sostituito la meccanica, da quando i monaci delle Abbazie, precursori di antiche tradizioni, non hanno più tempo per salire sulla torre campanaria a "dare corda" ai vecchi orologi; o semplicemente da quando la sparizione dei sacrestani ha delegato anonimi dischi a diffondere nell'etere, sempre più inquinato, melodie che sanno tanto di musica leggera, in sostituzione del caldo suono  bronzeo delle campane, che sembravano parlare. 

 

                                                   UNA PASSEGGIATA ALLA "SABBUGIA"
                                           
di Calogero Messana

 

Passando lungo lo stradale per Serradifalco, giunti al confine del territorio di Montedoro, si intravede una collina di calcare che domina la vallata. Centinaia di volte siamo passati lungo quella strada senza potere vedere dal basso cosa si nasconde in mezzo alle pietre che circondano la cima della collina.

In una giornata asciutta ho deciso di salirvi con la macchina fotografica. Man mano che ci si avvicina si scorge la particolare struttura della collina: una cerchia di massi delimita un’area in pendio esposta a mezzogiorno, adesso seminata a grano, ma che probabilmente costituiva la delimitazione naturale di un antico insediamento.

Ogni masso di calcare porta i segni di antiche presenze . Decine e decine di tombe a camera scavate , o appena abbozzate , segnano le pareti delle candide pietre: ho pensato alla ben più nota Pantalica.

Conoscevo le due tombe Sicane della contrada Guarini poiché ci giocavamo da bambini quando si andava a raccogliere le olive, ma quelle della Sabbugia, ad appena 500 metri di distanza, sono molto più numerose. Sicuramente, scopro solo oggi, che è il luogo più insediato e frequentato del passato che si trovi nel territorio di Montedoro.

Non conosco gli studi fatti sull’area ma il toponimo arabo al-sabbuq fa pensare che anche in quell’epoca fosse luogo frequentato. Purtroppo non vi è, a vista, alcuna traccia di resti ceramici o vetri, ma più in basso, nel cosiddetto "Lago di Giù " una "senia" per sollevare l’acqua è ancora presente ed è stata attiva fino a qualche decennio addietro.

Per ora mi accontento di mostrare le foto scattate ma spero di poterci ritornare con persone esperte per approfondire la conoscenza del luogo.
    

                                                                              

 

 

Da Calogero Messana

                                        
Carnevale 1982  a  MONTEDORO
 

VISTO  CHE  E' ARRIVATO  CARNEVALE ,  TI INVIO ALCUNE FOTO DI  QUELLO DELL' 82 .
SONO RICONOSCIBILI  MASTRO PEPPE D'ASCIA,
ANDREA E  CLAUDIO (CHE NON CI SONO PIU') ED UNA RICOSTRUZIONE  DI  PAPA  WOITYLA.
ERANO I TEMPI DI SOLIDARNOSC (DIVENUTO "SOLIDARVOSC" ) E  DELLE  PRIME INGERENZE DEL PAPA NELLA  VITA  POLITICA ITALIANA .
ALLA "PAX"  PAPALE  AVEVAMO CONTRAPPOSTO UN GIOCO DI PAROLE : SEX ,MAX ,REX ,SAX ....  ETC

    Andrea sostiene ..... Woityla

 

 

  Il papa "tedesco" Ratzinger evoca le fiamme dell'inferno:
                       
  "stagno di fuoco, ardente di zolfo"
  
(I siciliani che vivono e convivono con lo zolfo sono avvisati!)

                               

Neppure nell'anno mille, quando si credeva nell'imminente fine del mondo, 
e tutti si percuotevano il petto ed i notai scrivevano in calce ai loro atti: 
"Appropinquante fine mundi..." (Avvicinandosi la fine del mondo...), 
c'era tanta virulente e tracotante acredine verso il gregge cristiano!

                                                   Lo "schiaffo" della Sapienza 
L'Università é, come vuole la retorica, il "Tempio" della scienza e del sapere, della autonomia del sapere, della ricerca LIBERA da dogmi. Il rettore Guarini non aveva scelto affatto la via del dialogo ma del monologo, l'invito era solo per il Papa, solo per la sua parola. Il sapere esige dialogo tra diversi punti di vista. Perché, allora, il solo punto di vista di Ratzinger, Papa di una Chiesa gerarchica che si sta segnalando per un attacco sempre più sistematico al darwinismo e per l'inaudita violenza contro le donne che abortiscono, la cui scelta viene equiparata all'omicidio? Ignobile ed inammissibile da parte di chi, volendo impedire l'uso del preservativo contro l'AIDS, é corresponsabile della morte di milioni di persone in Africa (persone, e non embrioni). Il Papa pretendeva non solo il monopolio dell'ospitalità in Aula Magna per la sua "lectio magistralis", ma anche l'unanime plauso dentro e fuori. Il Papa non accetta contestazioni o contradditori: ecco perché ha rinunciato, passando per vittima di una prevaricazione laicista inesistente.

 

 ONORE AL NOSTRO COMPAESANO ANGELO INSALACO
 
 
  (mi segnala Calogero Pace)

 

 RITORNO AD AKRAGAS
 
 
    SONO LORI !

   


 

                      
                                1929
ARRIVA L'ELETTRICITA' A MONTEDORO  

        Documento di Calogero Messana

                     

                            ALLA MINIERA GIBELLINI…

                   Genco Russo e le "giammelle" delle suore Orsoline

                                    (dal libro "I signori dello zolfo" di Michele Curcuruto)

     Un caratteristico aneddoto, riferentesi ad un episodio realmente accaduto alla miniera Gibellini negli anni '50, mi è stato raccontato di recente dal perito minerario Alessandro Tuzzolino.
     Questa importante ed antica zolfara, sita nel territorio tra Montedoro e Racalmuto, per tanti anni fu gestita da don Calogero Vizzini e dal commentatore Pietro Vinciguerra. Ambedue tali personaggi in quegli stessi anni gestivano la miniera Gessolungo.
     Ebbene, a Gibellini veniva posto in vendita il "ginese", ovverossia i rosticci di zolfo provenienti dalla fusione della "ganga" nei calcheroni, utilizzato come ottimo materiale arido di sottofondo per le costruzioni stradali.
    Direttore della miniera in quegli anni era il perito minerario Francesco Di Buono, cognato del comm. Vinciguerra, il quale aveva avuto ordine da questi di far caricare il ginese nei camion soltanto dietro pagamento alla consegna.
    Un bel giorno si presentarono in miniera cinque camion, provenienti da Mussomeli, per caricare il ginese. Il guardiano fece immediatamente presente ai camionisti che bisognava pagare a vista la merce, al che questi risposero che erano stati mandati da don Giuseppe Genco Russo, "patriarca" di Mussomeli, e che pertanto era meglio per tutti non fare difficoltà.
     Il direttore, persona ligia al dovere, quando il guardiano gli venne a riferire la cosa, si impuntò esclamando che a Gibellini comandava solo e soltanto u' zì Ciccio, e cioè lui!
I camion se ne tornarono pertanto vuoti a Mussomeli, e subito venne informato dell'affronto Genco Russo.
    Questi, senza scomporsi affatto, telefonò subito al comm. Vinciguerra, il quale da uomo vissuto, immediatamente ordinò al cognato di far caricare gratuitamente agli uomini inviati dal "boss" di Mussomeli, tutto il ginese di cui avevano bisogno.
    E così l'indomani, dieci camion (e non più cinque, come il giorno precedente!) si presentarono in miniera per caricare il ginese, e zì Ciccio questa volta fu costretto ad accoglierli con tanti ossequi.
   Alla fine delle operazioni di carico, uno dei camionisti, con tanto di "coppola storta", si presentò al direttore con un pacchetto di biscotti ed esclamò: "Questo glielo manda don Genco Russo, sono "giammelle" (ciambelle) delle monache del convento delle Orsoline di Mussomeli….Si facissi la vucca duci!".

   E fu così che ancora tanti anni dopo, a Gibellini tutti ricordavano le "giammelle delle Orsoline"!
  

 

        (foto Gabriele Alfano)
    
         Chi si riconosce?
Mostra nella Pro-Loco di Milena.
Arturo Petix, Calogero Pace, Salvatore Bufalino, etc. 

 

               Chi si ricorda?
   Cu si nichìa, perdi la parti,
   Mussu pizzutu e vastunati sparti!

                            

 Bella foto di Di Raimondo Rosario, inviatami da Charles Pace,    anno scolastico 1948-1949  -  prima elementare
prima fila da sinistra a destra :
    Mantione Agostino figliu di lu zi Liscià 
    Di Raimondo Rosario
pirtusiddru 
    Sciandra Angelo
mastriciaddru 
    quarto sconosciuto
?????? 
    Alaimo Agostino
picurino 
   

   
Salvo Lillo  (baddromu) 
   Alfano Salvatore
    Totò Mariano 
    Piccilo Calogero caliddru 
    Randazzo Andrea sacchineddra 
    Sanfilippo Calogero cantaranu 
    Guasto Mario trucculuni

seconda fila da destra a sinistra :
    Salvo Michele chippino 
    Morreale Giulio figgliu di lu zi vicianzu di liddru 
    Verderame Domenico cuti o bilaseddra 
    Sciandra Giuseppe mezzamancia 
    Rizzo Calogero ??? 
    Puma Angelo musca

           

          Calendario di Radio Popolare   
Era  il 1977 .  Dopo 30 anni  chi  si ricorda  di quella esperienza  che  coinvolse decine  di amici e  compagni  di Montedoro ?

              (Calogero Messana)

                      

 

E' bello sentire la brezza salmastra del mare
col sole che volge a ponente.

E' piacevole udire la sferza del vento che ulula e sibila al riparo sul monte.

Ma è dolce ascoltare la flebile e tenera voce
portata da onde partite da terre lontane.

 

 


                                   INCREDIBILE ! 
         Scoperti a Milano, presso l'Abbazia di Chiaravalle, 
  i meccanismi dell'orologio di Caliddu e Federicu Messana,
            spariti misteriosamente negli anni sessanta 
                      dalla Chiesa madre di Montedoro.
Ho dei ricordi bellissimi quando accompagnavo mio nonno Federico a dare la carica all'orologio, (a tirare sù le "mazzare", cioè i grossi pesi in pietra) ed insieme a mio cugino Federico ne combinavamo delle belle. (Andavamo per i tetti della Chiesa ad inseguire le colombe, etc..).Mio nonno s'arrabbiava e per punizione non ci portava lassù per qualche tempo! (leggi la mia poesia "Il terremoto" ). Alla morte di mio nonno, subentrò per qualche tempo mio zio Ludovico finchè l'amministrazione comunale non decise d'installare un maledetto orologio elettrico che non funzianava mai. Il vecchio meccanismo (a detta dell'arciprete) venne buttato via! Peccato, perchè sarebbe stato un vero cimelio. (L'orologio di Montedoro non l'avevano costruito mio nonno e suo fratello Caliddu, ma quello di Bompensiere sì (vedi Libro mastro); quest'ultimo non sappiamo se esiste ancora, e stiamo indagando. Per celia ho scritto che quello che ho visto nell'Abbazia di Chiaravalle è quello di Montedoro!!  Magari fosse quello!

           
                                                                                      presentazione
                                                                                                                    Power point
                                                                                                                      (4,5/mb)

 

         Auguri da Sara
    

 

                   LU MISCHINU

Scinni ni lu pirtusu ladiu e scuru
lu mischinu ca cerca pani duru.
Si cala sutta terra a la matina
ni nesci cu la luna quasi china.
'U bottu jietta all'ariu la pirrera
finiscinu pi sempri li pinsera.

E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.

Cummatti ni la fabbrica fitusa,
di fumu e di rumura all'aria chiusa.
Lu fìarru pari suli tant'è giallu
intra ddru furnu ca scoppia di callu.
Si rumpi d'a callara la catina
lu squaglia ddru mischinu comu cira.

E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.




Cu' fa lu muraturi all'aria aperta
lu curi si rallegra e nun suspetta.
Cu picu e pala scava 'nu fissuni
pi fari funnamenta a un palazzuni.
Ma pua ddru muru cedi comu d'incantu
di la muglieri sìanti urla e chiantu.

E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.


Pi nun parlari pùa di lu viddranu
ca travaglia la terra tuttu l'annu.
'Na vota cu lu sceccu avìa ad arari
usava lu zappuni e attrezzi vari.
Ma ora lu progressu voli un tratturi
ca spessu cadi e duna gran duluri.

E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.



Ora ca lu Natali è già a li porti
e pùa pi Capu d'Annu sunnu li botti,
finarmenti s'arriposa ddru mischinu
offrìannu a li so' figli pani e vinu,
guadagnati cu tutti ddri sudura
e d'arripusari si sonna sempri l'ura.


Ca sia un Bon Natali a ddru mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.


                                                         Federico







 

   
 Lotte di lavoratori nel Nisseno in un  libro fotografico di Filippo Falcone   
 
L'epopea di zolfatari e contadini 
  
   a cura di Marinella Fiume 

 

    
                                            MONTEDORO "SOTTO" LA NEVE                           (foto Sicilianamente)

  

"Edicole" di Montedoro
            
    
Foto di Calogero Messana

 

    

                                                Scoperta (in casa della farmacista Gigina Morreale) una boccettina del famoso olio  Migneco     
                                                                   
Nella foto si legge chiaramente G.M. (Giuseppe Migneco)     
                                                                                                  
  
                                                                                                      vedi articoli

                                                                                     

  Il 30 ottobre 2007 è venuta alla luce                  
 LUDOVICA Anna Maria MESSANA

           Alla neonata ed ai genitori
           Vica Galan e Vito Messana
                 i più fervidi auguri

                  

             8 dicembre 2007
        Il battesimo di Ludovica

            

                   
                      Filmato 

       

     

  
     
       Foto Lillo Randazzo  (Sciuruni)
  

                               


      
   
   Il salone          DUMINUCO

una pagina 
   di storia  montedorese

 

    

 VOLETE FESTEGGIARE IL DIVORZIO?
  (Potete farlo in questo ristorante)
           
 Apparecchiu miricanu .....

         nuova poesia di

     
NICOLO' FALCI

   

                            
            Mulino ad acqua con movimento orizzontale
Un mulino simile si trova in
contrada Catalano a Montedoro
            fare clik sull'immagine per vedere il servizio
                    
(ricerca di Calogero Messana)

 

 






   
          Palummaru - 1949
     famiglie Pace-Saia-Tulumello

 

                                    Genealogia di alcune famiglie di MONTEDORO 
             MESSANA               Alfano-Montagna-Sciandra                           Montana              
                 Petix                                     Spitalieri                           Piccillo-Marranca   

                          


   Dall'album della
        famiglia
      Messana

  Messana Calogero
  Montagna Giuseppa
            1888

 Sciandra Calogera
    Montagna Maria
  Sciandra Calogero
             1907




          
             Calogera Montana 
             Federico Messana
                      1892

 


       
            Giuseppina Messana
                  Giovanni Spitalieri
                           1892

 


      
                            Papà - Cuba 1971
 
   Mio nonno Vito ed una "strana" preghiera

 

   Inaugurato a Milano
      il  museo della
 Macchina da scrivere


 Cattura di un gabbiano sett. 1978 a Siculiana.  Chi lo riconosce? E' Pietro Lauricella
   
   Calogero Pace a 5 anni
  
 
il Maestro Calogero Barba, ispirandosi alla  “Spera” di Nicolò Falci ha dipinto l’acquerello quì riprodotto. Il soggetto riprende parte della ex miniera sotto il Calvario.

 

                                     I COLORI DEL DUOMO DI MILANO
       

    


 
     Corpo bandistico 
  Montedoro anno 1960
        (foto T.Licata) 


        
   Come trovare una cugina
              americana
          
     LA SPERA
  Poesia di Nicolò Falci
          
      Foto dall'album di 
    Anna Maria Tulumello
       
 I due innamorati di Milano   

                                                                          

    

.... Quasi emergendo dal profondo mare,    bella si sveglia da un torpore antico,     e rossa all'alba colorata appare;  
    
come nave galleggia in acque amiche,    da bianchi fumi e nebbie ancor velata,  tra le spoglie colline, gialle e antiche.      
                                                        
Montedoro 12 settembre 2007, ore 7,40  (foto Sicilianamente) 
 

                                                                                

                          
   Interessante ricerca di Calogero Messana

Ho  provato  a giocare  un po'  sulla  pianta di Montedoro .Dalla  masseria Balatazza ( in  arancione) ai successivi  sviluppi  dell'abitato  fino a  prima dell'unita'  d'Italia. Le  varie fasi dello sviluppo urbano  dovrebbero essere verosimili . Ho seguito le notizie di Petix e  quanto  é  rilevabile anche  da  Google :  Si nota (in giallo)  che  le  costruzione della fondazione erano ben allineate ,  gli spazi  intermedi  sono stati  chiusi in un secondo tempo (probabilmente  erano cortili interni ).La  quantità  di immobili  edificati al 1650  ,circa ,  ospitava  78 famiglie ,  che  e' compatibile  con le  zone  di colore arancione e  giallo.  

                                                                 

            LA BORRACCIA DI FEDERICO E CALIDDU MESSANA
   

E' venuta alla luce una bella borraccia di zucca utilizzata per la caccia, databile intorno al 1890. 
Finemente intarsiata dalle abili mani dei due fratelli Messana, si notano scene di caccia, ed in particolare 
un cavaliere a cavallo, imbizzarrito da un animale, cani, un cacciatore col fucile in azione di caccia, alberi.  

 

  
Dall'archivio fotografico
      di Pina Licata

  
     
Giornata del Contemporaneo       

    Montedoro 6-8 ottobre
     MOSTRA A PISA
 Mostra di Agostino Tulumello
  MONTEDORESI in FRANCIA

 
FESTEGGIANO 50 ANNI di    MATRIMONIO
         
Ricordi di un viaggio in
            POLONIA

 


    SCOPERTO,  A DISTANZA DI 80 ANNI,  IL VOLTO DI UNA  CREATURA
                              AMATA, APPREZZATA E COCCOLATA 
                                       DA MIO NONNO FEDERICO

                              E' IL VERO VOLTO DI GIANNETTA
                                           

                                                   

                Foto Caico dall'archivio dell'Avv. Roberto Lanza  - Palermo

 


 Anche quest'anno, a MONTEDORO, si è svolto il "Festival dell'unità delle sinistre"

                           

                                                           Foto fabio Taibbi

 

                             Terza elementare  giugno-1957
                                 insegnante Calogero Salvo (Baddromu)

     
                                       foto Lillo Ciuruni

I
n questi giorni è venuto a mancare tragicamente l'insegnante Calogero Salvo 
(detto Baddromu), che per parecchi anni insegnò nelle scuole elementari di Montedoro.
Negli anni sessanta s'era trasferito a Mussomeli senza più fare ritorno in paese.
In tanti lo ricordiamo con simpatia per le sue caratteristiche battute.

  

UNA MOSTRA SULLA STORIA MINERARIA SICILIANA AD AGORDO
                                  

PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE SOCIO-CULTURALE HELIOPOLIS DI BELLUNO 

 

         
 Milano 7.7.07
Oggi ho avuto il piacere d'incontrare Pietro Lauricella, di passaggio alla stazione centrale di Milano, diretto in Germania. Giusto il tempo per scambiare due chiacchiere sulla Sicilia e sulla "nostra" Montedoro, e farmi omaggio di alcuni libri su Palermo, che leggerò con piacere. 

 

    Il giorno 9 giugno, presso la storica Abbazia di Chiaravalle Milanese,
                                  alla presenza di parenti ed amici,
             dall'Abate Bernard è stato celebrato il matrimonio tra


       MARIA ELENA MESSANA  e  ROBERTO ROSSI

                                   

                       Ai novelli sposi affettuosi auguri

 


 
 Mostra di Agostino Tulumello
    
 Curiosità a Milano
   
              QUEMADERO
      Il rogo della Santa Inquisizione
          a piazza Marina - Palermo
      
         Calogero Pace          Onorificenza di "Cavaliere"   dell'Ordine  della Stella della      Solidarietà Italiana dal 
  Presidente Napolitano
Congratulazioni vivissime al nostro Calogero  che continua a essere nel mondo motivo d'onore e d'orgoglio per la nostra comunità  montedorese.

 

                                 
                           
FEDERICO  MESSANA
                                       Premiato dalla

ACCADEMIA NAZIONALE di LETTERE, ARTI e SCIENZE
                  RUGGERO II di SICILIA   -    PALERMO

                         

    per la poesia           LA MIA TERRA


           CU  FU?

 

      IL  RITORNO
Festival europeo della poesia italiana
Accademia Nazionale di Lettere, Arti e Scienze    RUGGERO II di Sicilia                          PALERMO



                 

 

                                                Poesie e racconti di di 
      
VINCENZA ALESSI          e        LINA RUFFINO

                                                

 

  LE POESIE DI  STEFANIA SABRINA RIFICI 
                                 

 

      DECENNALE DELLA MORTE DI ANGELO PETIX

 

    UNO SGUARDO DAL MONTE
                    

 

 Pare sia stata scoperta, e forse catturata
               
 una "BIDDINA" di enormi proporzioni

 


         
                                      Agostino Tulumello
Il compositore Salvatore Sciarrino  mentre visiona i suoi lovori su pentagramma sul tema "Il tempo è musica

 

            
 Parla il cardinale C.M.Martini
  TESTAMENTO DI LINA CAICO
           

 

Bella iniziativa della famiglia Petix
           case vacanze affrescate
                        
  Inaugurata Piazza Montedoro a Meyzieu
                  

 

       Carezze di nonno     
                         


        
       ROSSO PAPAVERO
         
        Son tornati a cantare
            
                      Sul gelso

 

Scoperto il vero luogo dove viveva la "BIDDINA"!

           
   AVETE VISTO CHE LUNA!

    

 

 

   SIAMO TUTTI INVITATI 
  AL CONCERTO DI....LETIZIA

                    
   Come andò che Mussolini 
   non si fermò a Serradifalco
                 

 


                       La  "tre giorni"  siciliana di

 
Maria Salamone, Nicolò Falci e Federico Messana


                                            
          

                      tra poesia, racconti e ricordi 
                   
di un passato lontano e recente 

                       

                                                                                                                      

  Scoperta una galleria mineraria sul Monte Ottavio

                               

    300 soci del Circolo franco-italiano festeggiano Carnevale   

                                         

                             

              
         Uno storico aberrante
          documento fascista

                      
                    La curiosità
                    
(Cosa vedete, 
               ingrandendo l'immagine?)
           Agostino Tulumello 

                                
        Le temps d’une oeuvre

 

 Museo delle zolfare
   
Attrezzi, minerali, plastici
   
Osservatorio astronomico
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       Piatti siciliani
 
   Milano '64  Lillo Marranca
         
   Premio di poesia e racconti
  
Il mastro d'ascia  Farruggia 

               

  
Il calendario di QUASIMODO
           
       MONTEDORO
Dopo 56 anni di attività
chiude il salone PACE

Maradona e Fidel Castro
              

 
Nel 2007 tredici lune piene,   ognuna col suo nome
             di F.F.Martin